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Il maratoneta che si è fatto amputare un braccio: “Finalmente libero, qualcuno non sarà d’accordo”

Dopo una dolorosa odissea durata 6 anni, Michele Pasquazzo ha potuto finalmente sottoporsi all’intervento di amputazione del braccio che era stato reso inutilizzabile da un incidente in moto. Adesso il corridore trentino lancia una raccolta fondi per le protesi: “Non vedo l’ora di allacciare le scarpe e ricominciare a correre, spero molto più forte di prima”.
A cura di Paolo Fiorenza
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La vita di Michele Pasquazzo è cambiata un giorno del 2016, quando l'atleta – allora 22enne – rimase coinvolto in un incidente con la moto, perdendo del tutto l'uso del braccio sinistro. Da allora il corridore trentino ne ha passate davvero tante, un po' per le pesanti conseguenze fisiche dell'accaduto, un po' per l'impossibilità di ‘risolvere' il problema come lui avrebbe voluto, ovvero amputandosi il braccio: glielo impediva infatti la legge.

Almeno fino all'inizio di questo mese, quando si è potuto sottoporre all'intervento, il che adesso apre per lui un nuovo capitolo della sua vita, per il quale ha chiesto aiuto aprendo una raccolta fondi: gli servono infatti costose protesi per potersi riprendere quello che ha perso in questi anni. Non solo nella vita di tutti i giorni, non potendo contare sull'uso del braccio sinistro, ma anche nella sua amata corsa. Pasquazzo peraltro non si era mai fermato – pur a dispetto della menomazione – disputando mezze maratone con l'arto legato al petto e facendo segnare tempi importanti.

Una passione vera, debordante, che da adesso in poi potrà cibarsi di nuove gare senza quella grande sofferenza che Michele prova a raccontare nella pagina della raccolta fondi: "Nel 2016 in un incidente in moto perdo completamente l'uso del braccio sinistro. Finalmente quest'anno ottengo la possibilità di sottopormi all'amputazione della parte ‘morta' dell'arto e posso ricominciare una vita Normale. Ma per ripartire ho bisogno delle protesi", è l'incipit del messaggio, cui segue la narrazione dell'odissea vissuta da allora.

"Dopo l'incidente sono rimasto ricoverato per tre mesi – spiega Pasquazzo – Alle dimissioni mi rendo conto che il braccio non è più quello di prima. Inizio subito a cercare qualcuno che mi dia una speranza di poter riacquistare l'uso dell'arto. Finalmente dopo 6 mesi trovo una clinica a Vienna che mi da delle buone possibilità di poter riacquistare l'uso almeno parziale dell'arto (chi mi conosce sa quanto mi è costato questo intervento). Purtroppo nulla! A due anni dall'operazione il braccio inizia ad essere un peso e una limitazione alla mia vita: mi scotto, sbatto, mi taglio o mi si congelano le dita ma non sento dolore, rischio però infezioni e necrosi. Avverto invece un continuo fastidio lancinante, dal giorno dell'incidente, chiamato ‘sindrome dell'arto fantasma'. Anche ottenere l'amputazione non è stato facile: avendo ancora circolazione il braccio è vivo quindi non amputabile, almeno fino al mese scorso".

La raccolta fondi lanciata da Michele Pasquazzo su GoFundMe
La raccolta fondi lanciata da Michele Pasquazzo su GoFundMe

Adesso comincia un nuovo percorso per Michele, fatto sempre di discese ardite e risalite, ma con una necessità impellente, le protesi: "Oggi sono finalmente libero da un peso, posso ricominciare a fare quello che facevo prima ma per questo ho bisogno delle protesi. Delle, non della, non è un errore: il braccio artificiale sarà cambiato in base alle attività che andrò a svolgere, uno per la vita di tutti i giorni, uno per la bici e via dicendo. Qualsiasi contributo sarà per me prezioso per contribuire alla quota di spesa non coperta dal servizio sanitario". Ecco dunque il bisogno di lanciare la raccolta fondi, con l'obiettivo di raggiungere 10mila euro (il costo totale delle protesi è superiore, ndr). Per ora siamo quasi a metà, con una robusta donazione – tra gli altri – dell'ex calciatore di Bari, Milan e Torino Diego De Ascentis.

L'operazione di amputazione del braccio ha avuto luogo il 10 dicembre, come precedentemente annunciato Pasquazzo su Facebook: "Volevo comunicare a tutti che sto bene e l'intervento è andato benissimo. Dopo più o meno 2.300 giorni di calvario dall'incidente finalmente posso ricominciare una vita ‘normale', sicuramente alcuni non saranno d’accordo sulla mia scelta ma solo io so quello che ho provato, l'intralcio che mi dava ed il male che sentivo. Sono pronto a cominciare una nuova vita, nuove soddisfazioni e nuovi traguardi con Atletica Valle di Cembra. Volevo ringraziare Alessandro Colombo #tagliatopervivere che mi ha indirizzato verso il dott. Alexander Gardetto con una nuova tipologia di intervento. Non vedo l’ora di allacciare le scarpe e correre!!! Ricominciare a correre, spero molto più forte di prima". Con queste motivazioni i dubbi stanno a zero: Michele non solo tornerà a correre, ma farà crollare i tempi già ottimi fatti segnare negli ultimi anni.

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