Il male oscuro di Christophe Dominici, il dramma del rugbista morto suicida
La tragica scomparsa di Christophe Dominici, morto suicida nelle scorse ore vicino a Parigi, ha sconvolto tutti gli appassionati e riportato alla luce l'avversario più pericoloso che ha dovuto affrontare l'ex stella del rugby francese. Sulla drammatica scelta di farla finita e di lanciarsi nel vuoto dal tetto di un edificio, ha evidentemente influito anche il male oscuro con cui ha condiviso gran parte della sua vita: un malessere che Dominici ha conosciuto sin da da ragazzino, quando perse la sorella maggiore a causa di un incidente.
Il dolore per la perdita della sorella
Quello della morte di Pascale è stato ovviamente un episodio tragico che, come scritto da lui stesso nell'autobiografia ‘Bleu à l’âme‘, gli ha segnato l'esistenza già in fase adolescenziale: "A 14 anni ho perso il gusto della vita, dei compagni, della scuola. Cercavo di capire perché lei se n’era andata, e non io". Ad enfatizzare ancor di più il malessere che si portava dentro da piccolo e a trasformarlo in una vera e propria depressione, arrivò anni più tardi anche la separazione dalla moglie: una scelta, quella della donna, che costrinse Dominici a passare un periodo davvero molto brutto in compagnia del suo male oscuro.
La separazione dalla moglie
"Stavo davvero male. Per 24 giorni non ho dormito, ho perso 8 chili, piangevo quando mi alzavo dal letto, quando mi facevo la doccia, quando mangiavo. Tutto era sofferenza", ha poi raccontato nelle pagine del suo libro. Dopo la fine della sua carriera da rugbista nel 2008, che lo ha visto vestire la maglia della nazionale francese per nove anni e vincere quattro volte il Sei Nazioni, e della breve e successiva esperienza da allenatore, Dominici provò anche a fare il rappresentante di alcuni facoltosi investitori arabi, intenzionati ad acquistare lo storico club di Béziers. Un'operazione che però non andò a buon fine e che fece nuovamente ripiombare nel buio più scuro il ‘genio' della palla ovale francese.