Il finale commovente della medaglia messa all’asta: comprata a peso d’oro e restituita
Un finale commovente per una storia bellissima: Maria Andrejczyk non dovrà rinunciare alla sua medaglia d'argento, vinta nel giavellotto alle Olimpiadi e messa all'asta per beneficenza: chi se l'è aggiudicata infatti – per una cifra molto elevata – ha deciso di restituirla alla 25enne polacca. La Andrejczyk, seconda a Tokyo alle spalle della cinese Liu Shiying, aveva annunciato su Facebook una settimana fa la decisione di voler aiutare in questo modo un bambino di 8 mesi che aveva bisogno di fondi per un'operazione al cuore cui sottoporsi negli Stati Uniti.
Senza operazione, il piccolo non avrebbe avuto possibilità di sopravvivere: nel suo post la giavellottista spiegava come servissero oltre 300mila euro, di cui oltre la metà da raccogliere ancora. Da qui la decisione di mettere all'asta qualcosa di molto prezioso per lei – è il trofeo più importante della sua carriera – ma che per il bambino poteva diventare inestimabile. La Andrejczyk aveva perso una medaglia alle Olimpiadi di Rio nel 2016 per soli 2 centimetri, quindi sa bene quanto sia difficile ottenere un risultato così straordinario, eppure non ha esitato un attimo quando ha appreso la storia del piccolo.
L'atleta polacca ha anche spiegato che la raccolta fondi era già stata iniziata da un'altra famiglia per il proprio ragazzo, ma purtroppo i soldi non sono stati messi assieme in tempo ed il giovane è morto. A quel punto la famiglia ha messo a disposizione il denaro raccolto fino a quel momento per sostenere la battaglia del bimbo di 8 mesi e la Andrejczyk si è aggiunta a sua volta alla nobile causa. Una settimana dopo, la medaglia d'argento della giavellottista è stata venduta ufficialmente: alla fine è stata la catena di supermercati polacca Żabka a presentare l'offerta più alta di 125mila dollari, equivalenti a poco meno di 110mila euro. Adesso la cifra necessaria per l'intervento è quasi raggiunta, grazie allo splendido gesta di Maria. Ma per lei la storia ha riservato un finale speciale: l'azienda polacca le ha infatti restituito la medaglia d'argento, dopo averla pagata – è il caso di dirlo – a peso d'oro.