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Il dramma di Eugenia Bosco, l’argento a Parigi svela gli abusi subiti da bambina: “Troppi anni in silenzio”

La velista argentina, Eugenia Bosco, medaglia d’argento alle Olimpiadi di Parigi ha deciso di raccontare solo adesso il terribile segreto con cui ha convissuto per quasi 10 anni: “Tutto iniziò quando avevo 12 anni e ho iniziato a viaggiare per le qualificazioni. Avevo sepolto tutto nel mio inconscio. Poi improvvisamente ho pianto e o ha capito: avevo ancora tutto dentro, ora sono libera”
A cura di Alessio Pediglieri
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Eugenia Bosco ha deciso di dire "basta". La velista argentina dopo le Olimpiadi di Parigi dove ha vinto la medaglia d'argento si è voluta togliere dal cuore il peso terribile della colpa e voltare definitivamente pagina. Ha trovato il coraggio di denunciare il suo ex allenatore ai tempi in cui, appena 12enne, affrontò l'avventura nella vela subendo ripetuti abusi solamente ora denunciati pubblicamente: "E' stato liberatorio, ora non ho più conti in sospeso con me stessa". 

Una storia orribile e un peso enorme da portare per anni: Eugenia Bosco, oggi 27enne pluricampionessa nella categoria Nacra 17, ha convissuto per oltre 10 anni con un segreto terribile che finalmente si è tolta di dosso, raccontando pubblicamente il dramma vissuto quando da bambina, nei primi anni di vela, fu vittima di abusi e violenze da parte del suo allenatore. Denunciato dopo un lunghissimo percorso interiore e solamente quando Bosco si è imbattuta in altre storie simili alla sua: "Non potevo credere a quello che ho visto e ho pianto. La mia memoria si è sbloccata e ho pensato: ‘Mi è successo proprio questo'", ha spiegato dopo aver visto un documentario, "Athlete A", che affrontava casi di abuso nella ginnastica americana.

Eugenia Bosco ha così voluto liberarsi definitivamente, raccontando quanto ha subito appena dodicenne: "È stato quando ho iniziato a viaggiare qualificandomi per i campionati. Viaggi da sola, inizi ad avere un gruppo di pari con cui fai amicizia. Eravamo un gruppo numeroso, tutti sotto la cura di questa persona. Alla fine quando sei bambino è molto divertente perché stai con i tuoi amici, sei in un ambiente che pensi di controllare, diciamo, perché sei in un club, ti senti curato e soprattutto i tuoi genitori si fidano e ti danno la sicurezza di restare lì" ricorda Bosco. Prima della parte più oscura di quanto accaduto. "Però evidentemente non controllavamo nulla e quella persona aveva molto controllo. Crescendo, lo vedi e te ne rendi conto".

Il percorso per arrivare alla consapevolezza di dover denunciare e rendersi giustizia, per Eugenia Bosco è stato lungo e doloroso: "Sono riuscita a riportarlo piano piano alla mente e un processo ulteriore è iniziato. Sapevo che c'era qualcosa che non andava in me ma non sapevo da dove venisse. Sapevo solamente che c'era qualcosa: e quando è arrivato il momento giusto ho cominciato a capire molte cose" ha raccontato Bosco a La Nacion. "Per troppo tempo ho tenuto tutto dentro di me: è finito nel mio inconscio, l'avevo sepolto e non ci pensavo più, ma c'era. Ora mi sento in pace con me stessa, più forte, libera. Non ho più conti in sospeso con me stessa"

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