Il dramma dei tifosi che hanno visto Kansas City-Miami: “Hanno bisogno di amputazioni”
Andare allo stadio per fare il tifo per la propria squadra e vedere la vita cambiata in maniera irreversibile, per essersi comportati maniera imprudente e aver sottovalutato le conseguenze delle condizioni atmosferiche proibitive: è questo il destino che attende alcuni tifosi dei Kansas City Chiefs, che nello scorso gennaio hanno assistito alla partita di NFL contro i Miami Dolphins. Si stava vivendo un'ondata di terribile gelo in tutti gli Stati Uniti e quel giorno a Kansas City le temperature scesero sotto lo zero di parecchio. Qualche tifoso fece il grave errore di togliersi i guanti e adesso potrebbe pagarlo molto caro, con le amputazioni delle dita.
Al 70% dei pazienti affetti da congelamento che nelle ore successive al match furono ricoverati al centro ustionati del Research Medical Center di Kansas City, viene adesso consigliato di sottoporsi all'intervento di asportazione chirurgica: "I pazienti che hanno avuto lesioni da congelamento durante la partita dei Chiefs stanno arrivando al punto che adesso stiamo iniziando a discutere delle loro amputazioni che potrebbero essere necessarie. La gente pensa alle ustioni, pensa al fuoco, pensa alle lesioni termiche calde. Ma le ustioni possono verificarsi per molte cause diverse", ha detto la dottoressa Megan Garcia, direttrice del Grossman Burn Center.
Al restante 30% dei tifosi congelati è andata decisamente meglio, visto che per loro è sufficiente il trattamento di ossigenazione in camera iperbarica cui sono sottoposti da allora. Queste persone, pur conservando le dita delle mani e dei piedi, avranno comunque effetti duraturi dovuti all'esposizione al freddo. "È un processo che dura tutta la vita. Avranno sensibilità e dolore per il resto della loro vita e saranno sempre più suscettibili al congelamento in futuro – ha detto la Garcia – Quindi li stiamo anche educando per assicurarci che stiano al caldo per gli anni e i mesi a venire".
La partita – primo turno dei playoff di questa stagione – si è giocata all'Arrowhead Stadium il 13 gennaio ed è stata vinta dai Chiefs, che poi sono andati avanti fino al trionfo nel Super Bowl, vinto sui San Francisco 49ers. Quel giorno di gennaio il termometro segnava -20° con un vento gelido di -32°: è stata la partita più fredda nella storia dei Chiefs dall'apertura dello stadio nel 1972 e la quarta più fredda nella storia della NFL. Condizioni che più che suggerire imponevano di lasciare scoperta meno pelle possibile, in particolare le zone più a rischio come le dita delle mani. Un accorgimento non seguito da tutti i 70mila spettatori che erano sugli spalti.
Faceva così freddo allo stadio che perfino il casco del quarteback Patrick Mahomes si è spaccato dopo aver subìto un forte colpo e i baffi dell'allenatore dei Chiefs Andy Reid si sono congelati. Tutto assolutamente normale, visto che nel campionato professionistico di football americano non esiste una soglia minima di temperatura al di sotto della quale non si possono giocare le partite: le immagini di match giocati sotto fitte nevicate sono un grande classico della NFL. Stavolta la neve non c'era, ma il gelo è stato un nemico molto più subdolo.
Dopo la partita, i vigili del fuoco di Kansas City hanno riferito che a causa del freddo estremo decine di tifosi hanno subito congelamenti e sono stati trasportati in ospedale con lesioni legate all'ipotermia. Uno dei tifosi si è tolto i guanti solo per cinque minuti per montare una tenda nel parcheggio dell'Arrowhead Stadium e non si è salvato dalle ferite, come mostrano le foto dei suoi polpastrelli rossi che poi sono diventati blu scuro e viola.
Una lezione imparata sulla propria pelle: mai frase più adatta a descrivere il dramma vissuto da chi pensava solo di andare a passare qualche ora di divertimento allo stadio e dovrà invece pagarne le conseguenze per tutta la vita.