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Il CTS dice no alla ripresa del calcetto e gli sport di contatto: “Impossibile attuare protocolli”

Il CTS ha bloccato la ripresa degli sport di contatto, prevista per il 25 giugno dopo l’apertura del Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora. Il parere negativo è arrivato in virtù del “persistente rischio di ripresa della trasmissione virale” e alla luce della mancanza di “protocolli a favore di singoli individui che si dedicano a tali attività a livello amatoriale o di società sportive dilettantistiche”.
A cura di Redazione Sport
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Niente da fare: il Comitato Tecnico-Scientifico della Protezione Civile ha bloccato la ripresa degli sport di contatto. Dal calcetto all'attività nelle palestre e nei circoli sportivi, bisognerà attendere ancora per ripartire, nonostante fosse arrivata un'importante apertura da parte del Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora. Il via libera fissato per il 25 giugno, soggetto al parere finale del Ministero della Salute, è stato così bloccato in seguito all'analisi effettuata dal CTS.

Nel documento preparato dal CTS, è spiegato che "In considerazione dell'attuale situazione epidemiologica nazionale, con il persistente rischio di ripresa della trasmissione virale in cluster determinati da aggregazioni certe come negli sport da contatto" si dovrà continuare a rispettare "le prescrizioni relative al distanziamento fisico e alla protezione individuale".

La domanda che tanti sportivi italiani si pongono, è semplice: perché la Serie A è ripartita mentre gli sport di contatto restano ancora in attesa del semaforo verde? Il CTS spiega la differenza, la presenza "di un interlocutore formale – la società sportiva – che ha assunto piena responsabilità per quanto concerne l'esecuzione e il controllo di uno stringente protocollo di diagnosi e monitoraggio continui".

Una serie di misure di sicurezza impossibili da attuare a livello amatoriale o dilettantistico. Da qui la decisione del Comitato Tecnico-Scientifico di rimandare ulteriormente la ripresa degli sport di contatto: "In considerazione della mancanza di simili protocolli a favore di singoli individui che si dedicano a tali attività a livello amatoriale o di società sportive dilettantistiche […] non ritiene al momento di poter assumere decisioni al riguardo che siano difformi rispetto alle raccomandazioni sul distanziamento fisico".

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