Il capitano dell’Italia di rugby Lamaro attacca il Galles: “Situazioni indegne”. Cosa è successo
Le due vittorie con Scozia e Galles e il pareggio in Francia hanno dato all'Italia di rugby il miglior risultato della sua storia nel torneo Sei Nazioni: le ironie britanniche e francesi sulla nostra partecipazione alla competizione sembrano adesso davvero lontane, anche se qualcosa di questi pregiudizi resiste ancora, come spiega con l'orgoglio del vincitore Michele Lamaro. Il capitano azzurro parla senza mezzi termini di "mancanza di rispetto" e "situazioni spiacevoli, indegne di un Paese ospitante".
Lamaro è una delle anime forti e limpide della straordinaria Italrugby appena presa in consegna – ad inizio anno, poco prima di questo Sei Nazioni – dal tecnico argentino Gonzalo Quesada. Già a caldo dopo la strepitosa vittoria degli azzurri al Millenium Stadium di Cardiff, davanti a 75mila spettatori indiavolati, il nostro capitano in conferenza stampa aveva fatto capire che qualcosa non era andato giù a lui e ai suoi compagni: "Alcune squadre ancora non ci rispettano. Il Galles non ci ha rispettato completamente, almeno nelle dichiarazioni prepartita, ed è la prova che dobbiamo ancora costruire qualcosa di solido".
Parole di superiorità poi smentite sonoramente dal campo, ma non solo quelle. La trasferta Oltremanica ha visto anche altre "situazioni spiacevoli" che hanno visto protagonisti i gallesi con la loro alterigia. "A cosa mi riferivo quando ho parlato di mancanza di rispetto? In Galles ci sono state diverse, piccole situazioni spiacevoli, indegne di un Paese ospitante – spiega Lamaro alla Gazzetta dello Sport – In settimana ci hanno bombardato di ‘sono bravi, ma non si illudano, a Cardiff non si passa'. Poi, durante il riscaldamento, ci hanno detto che saremmo dovuti rientrare negli spogliatoi 15 minuti prima degli inni, ben in anticipo rispetto al solito. Abbiamo obbedito. Salvo vedere i gallesi in campo almeno 5 minuti più di noi".
Ma non è finita qui: "Ai nostri accompagnatori sono stati riservati biglietti in curva: Martina, la mia fidanzata, è finita ad altezza prato e ha visto poco o nulla. E nessuno, contrariamente a quello che accade abitualmente, è stato ammesso al terzo tempo. Come ho detto: piccole cose. Quanto basta per pensare che anche da questo punto di vista abbiamo ancora strada da fare".
Il 25enne pilastro della Benetton ha disputato un Sei Nazioni mostruoso: è il primo in assoluto nella classifica dei placcatori, col numero altissimo di 20,6 a gara, e a Cardiff è stato davvero maestoso. "Soddisfazione e orgoglio sono grandi. Ma restiamo coi piedi per terra, sapendo che va considerato l'inizio di un percorso", dice ora smorzando gli entusiasmi eccessivi. Quello che è certo è che i gallesi la prossima volta ci tratteranno con meno sufficienza dopo la legnata che gli abbiamo dato a casa loro.