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“Il calcio conta più dei problemi delle persone”. Lo dice Blatter, presidente Fifa

Da giorni migliaia di cittadini brasiliani protestano contro l’aumento del prezzo dei trasporti, gli scarsi servizi sanitari e i costi dell’organizzazione della Coppa del Mondo.
A cura di Davide Falcioni
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Il calcio prima di tutto. Prima della povertà, della disoccupazione, dei diritti degli uomini. La pensa così Joseph Blatter, il presidente della Fifa, che in merito alle rivolte degli "Indignados" brasiliani che fanno da contorno alla Confederations Cup ha detto: "Il calcio è più importante dell’insoddisfazione delle persone. Chi protesta, non dovrebbe usare questo sport per le proprie rivendicazioni". Affermazioni forti, che vanno a colpire direttamente coloro che protestano con gli ingenti investimenti pubblici e la scarsa trasparenza intorno alla Coppa del Mondo del 2014.

"Il Brasile ha chiesto i Mondiali, non siamo stati noi ad imporli. I brasiliani sapevano che, per organizzare una buona edizione dei Mondiali, dovevano costruire stadi. Ma insieme agli impianti ci sono altre opere: strade, hotel, aeroporti… Fanno parte dell’eredità che i Mondiali lasceranno per il futuro", spiega Blatter. Il "capo" mondiale del calcio ha poi raccontato: "Il ministro ha parlato delle proteste, ma è un argomento di cui deve occuparsi il governo. Non è un tema che riguarda la Fifa. Posso solo dire che il buon calcio e gli stadi eccellenti sono qui per offrire divertimento e emozioni".

E nel paese del calcio, nel luogo che più di ogni altro ha regalato campioni nello sport del pallone, stavolta monta l'indignazione verso un evento che altrove verrebbe benedetto. A farne le spese è stata anche il presidente brasiliano Dilma Rousseff, fischiata allo stadio: "Ho chiesto rispetto per il Capo dello Stato – dice Blatter spiegando l’appello rivolto agli spettatori -. Possono fischiare il presidente della Fifa, non mi interessa. Il presidente della Fifa può piacere o no. Ma lì c’era il Capo di Stato, ho chiesto rispetto e fair play. L’ho fatto per lei, non per me". Il numero 1 della Fifa minimizza i problemi che la macchina organizzativa deve fronteggiare. "Quando c’è un torneo come la Confederations Cup, è normale che alcune situazioni vadano risolte. Sappiamo come affrontare alcune questioni logistiche che riguardano il comitato organizzatore locale. Questo è un paese con 200 milioni di abitanti, è naturale che ci possano essere problemi di traffico: sono cose che vanno risolte internamente, in ciascuna città. Finora – prosegue- sono state giocate solo 4 partite e posso dire che gli stadi sono gioielli, sono meravigliosi. Il nuovo Maracana’ e quello di Brasilia mi hanno impressionato. Il Brasile è pronto? Certo, è pronto".

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