Ci risiamo, torna l'incubo "biscotto". Tornano i complotti, le trame oscure, gli accordi sottobanco volti a spazzar via giustizia ed equità e a far trionfare il male. Del resto, noi italiani, è noto, siamo un popolo di perseguitati ed i nostri sforzi vengono sempre, ma proprio sempre, vanificati dagli "altri". Certo, nessuno dimentica l'onestà e la trasparenza con la quale Svezia e Danimarca hanno giocato agli Europei del 2004, con quel 2 a 2 tanto "casuale" quanto "equo". Però, a dirla tutta non dovremmo dimenticare nemmeno le parole del nostro capitano, Gianluigi Buffon, per il quale tutto sommato è normale che due squadre non si facciano poi del male: "Nelle ultime gare si pensa alla convenienza. Meglio due feriti che un morto". Ecco, fossimo avvezzi ai luoghi comuni diremmo: "La classica mentalità italiana".
Ma tant'è, anche se poi la vera domanda resta quella sul "senso" di simili considerazioni. Perché per quanto possiamo mettere le mani avanti e magari immaginare telefonate, contatti e strette di mano croato – spagnole (citare Andreotti e il suo "a pensar male si fa peccato ma ci si azzecca" è tanto normale quanto superfluo), resta un unico "fatto". Ancora una volta il "futuro" non dipende da noi, non completamente almeno. Ancora una volta siamo costretti a sperare, ad attendere un aiuto esterno, una mano provvidenziale e salvifica. E' un triste destino, a pensarci bene. E non fossimo quelli che "vorrebbero odiare il calcio", ci sembrerebbe finanche una metafora della situazione complessiva del Belpaese e di tanti italiani. Impotenti, inermi e forse mai padroni fino in fondo delle loro "possibilità". Per colpa loro e degli altri, del sistema e del Governo, delle stagioni e dei complotti. Ah, giusto, è solo calcio…