Il 4 di coppia del canottaggio alle Olimpiadi per Mondelli: “Filippo rema insieme a noi”
Pippo è Filippo Mondelli. Alle Olimpiadi di Tokyo ci sarà anche lui accanto a Giacomo Gentili, Simone Venier, Andrea Panizza e Luca Rambaldi che nel quattro di coppia proveranno a salire sul podio e a conquistare la medaglia olimpica più preziosa a Tokyo 2021. Vogheranno anche per il compagno di squadra morto a 26 anni il 29 aprile scorso, ucciso da una forma gravissima di tumore (osteosarcoma). Ci saranno il suo ricordo e il nome scritto sull'armo azzurro che sarà in gara a partire dal 23 luglio sul campo di regata del Sea Forest Waterway. "Nel giorno del suo funerale la madre prese la bandiera che era sul feretro e me la consegnò. Ci disse: portatela in Giappone per lui – raccontato nell'intervista al Corriere della Sera -. Fu una bella botta ma sono felice di avere questa responsabilità".
Gentili ha 23 anni, è il capovoga di un equipaggio sul quale sono puntati i riflettori dell'Italia che spera anche nella forza delle loro braccia per portare a casa un successo importante nel solco della tradizione del canottaggio tricolore per gli ori a Seul (1988) e a Sydney (2000), l'argento a Pechino 2008, le vittorie ai Mondiali nel 2018 (oro a Plovdiv) e il bronzo nel 2019 (a Linz) oltre al filotto di medaglie (2 ori, 2 argenti, 1 bronzo) raccolto agli Europei tra il 2017 e il 2021. È Gentili a dettare il ritmo e far salire di gire il motore che ha alle spalle composto da Rambaldi, Paniz che definisce la "sala macchine della barca" e Venier giunto alla quinta Olimpiade che ci mette testa (oltre al cuore).
Basta questo a spiegare cosa c'è dietro quell'espressione "bella botta": l'Italia va in acqua da favorita, perché nella storia della disciplina s'è ritagliata un ruolo d'eccezione, perché accanto ai fantastici quattro ce n'è un quinto, il "timoniere invisibile", un alleato speciale che proverà a spingerla. "Siamo qui anche per Filippo, avvertiamo la sua presenza", ripete a bassa voce Giacomo. E ripensa a quella frase che gli ronza in testa quando parla dell'amico strappato così in fretta alla vita dopo aver lottato come un leone. A quel "sogno olimpico che stava perdendo" e adesso è tutto nelle loro braccia.