I segreti della rinascita di Marcell Jacobs, dall’America puntando a Parigi: “Ho ritrovato il mio sogno”
Marcell Jacobs è tornato in pista e lo sta facendo dimostrando e mostrando una forma in crescendo in vista del massimo appuntamento stagionale, le Olimpiadi di Parigi. Dove dovrà difendere l'oro sui 100 e probabilmente anche quello in staffetta in cui, malgrado l'abbondanza di pretendenti al quartetto, dovrebbe mantenere il proprio posto. Una condizione psicofisica sempre migliore, grazie a scelte radicali di vita e di preparazione, volando dall'altra parte del mondo, staccando la spina da tutto e tutti. Il modo migliore per gettarsi alle spalle il recente passato, costellato da polemiche, critiche e ossessioni: "Ho ritrovato il mio sogno".
La possibilità di andare lontano, partire per l'America per scacciare i vecchi fantasmi e ritrovare se stesso: Marcell Jacobs lo ha potuto fare grazie anche al nuovo avvento della Federatletica italiana con Stefano Mei presidente, che ha spalancato le porte ai propri atleti e ottimizzato i soldi investendoli in modo virtuoso. Un enorme cambiamento di rotta che nello specifico ha permesso al doppio oro olimpico di ritrovare le vibrazioni che lo hanno reso unico a livello internazionale e un punto di riferimento speciale per tutto il movimento nazionale: "Sapere che ciò che hanno fatto gli azzurri più giovani è stato innescato dai miei risultati è speciale. Io non sono andato di record in record, mi sono dovuto sudare ogni progressione. Ho cambiato specialità, dal salto in lungo allo sprint, ho passato un sacco di guai, superato delusioni e poi mi sono preso un oro ai Giochi. Anzi due. Un percorso del genere fa scattare qualcosa, mi hanno visto soffrire e ora sanno che se ti dedichi al sogno lo puoi raggiungere"
La preparazione in America: "Ho riconosciuto le radici"
Le sue origini sono americane: 29 anni fa al El Paso in Texas nasceva Marcell Jacobs e non è un caso se proprio in America è riuscito a ritrovarsi: "Non sapevo cosa aspettarmi ma ho saputo apprezzare e godermi ogni momento, in un ritmo che ho sentito da subito familiare, Ma sapevo di avere una parte di me americana". E che gli ha permesso di ritornare ad amare le sue passioni: "Avevo deciso di cambiare perché avevo smarrito la felicità che mi dava la pista. Non riuscivo a divertirmi, non ero tranquillo e quando si è tesi e pensierosi il corpo ne subisce le conseguenze. Adesso ho ritrovato il mio sogno".
Dal nuovo allenatore all'obiettivo di Parigi 2024
Per Jacobs il viaggio in America è coinciso anche con un cambiamento radicale nella preparazione e nel lavorare sul proprio fisico: "Con Camossi, ho fatto un lavoro eccellente perché mi ha portato al successo. Reider ha invece un metodo completamente differente. A livello tecnico si cura tantissimo il riscaldamento e il recupero, il lavoro sull'erba per ammorbidire il muscolo e la catena della schiena da cui sono partiti tanti dei miei problemi. Fino a superare la mia ultima fissazione per il supporto tecnologico: ho migliorato la sensibilità del piede, tutto il resto alla fine diventa solo una scusa".
Che a Parigi, alle Olimpiadi 2024 non dovranno né potranno esserci: "Il Marcell pre Tokyo era spensierato e concentrato su un'unica cosa: vincere, vincere, vincere. Lo sono ancora, ma ho altre responsabilità" sottolinea nell'intervista a La Stampa. "Le ho volute. Ora ce l'ho fatta, so che è possibile. Sono meno leggero e più consapevole"