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I dieci momenti da ricordare dello sport nel 2016

Il 2016 è l’anno di Rio, di Bebe Vio e Zanardi, di Cagnotto e Paltrinieri. E’ l’anno di Peter Fill che entra nella storia, del Leicester e del Lipsia, del prodigio Verstappen e di Rosberg che trionfa e lascia. L’anno di Cristiano Ronaldo, di Murray e Del Potro.
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L'anno di Rio, di Bolt e Phelps, di Simone Biles e Katy Ledecky. L'anno di Bebe Vio e Zanardi, di Cagnotto e Paltrinieri, Campriani e Viviani. E' l'anno dell'Italia che dà il meglio, di Peter Fill che entra nella storia, del Leicester che conquista la Premier e del Lipsia che stravolge i paradigmi della Bundesliga. E' l'anno del prodigio Verstappen e di Rosberg che trionfa e lascia. L'anno di Cristiano Ronaldo, di Murray e Del Potro. Un 2016 di primati e passioni, racchiuso in 10 momenti, in 10 fotogrammi.

Bolt, Phelps, Biles, Ledecky: gli assi di Rio

Usain Bolt entra nella leggenda. Il giamaicano completta la terza doppietta consecutiva 100-200-4×100 alle Olimpiadi (fanno 9 ori, quanti solo Paavo Nurmi e Carl Lewis nell'atletica=. Certo, dal punto di vista della prestazione, il vero uomo copertina dell'atletica regina dei Giochi è Wayde Van Niekerk, che nei 400 ha abbattuto di 15 centesimi il primato del mondo di Michael Johnson che durava da vent'anni. È l'unico a correre i 100 sotto i 10 secondi (9.98), i 200 sotto i 20 (19.94) e i 400 sotto i 44 (43.48). A Rio ha salutato Phelps, il Cannibale, lo Squalo di Baltimora, l'uomo che ha vinto più medaglie nella storia delle Olimpiadi moderne, ha salutato in lacrime. Ha chiuso con sei medaglie, con l'oro numero 23 nella staffetta mista che firma il nuovo record olimpico. Ma c'è anche chi ha saputo rubargli la scena. Katie Ledecky ha centrato la tripletta 200-400-800 stile libero e ha frantumato il record del mondo sulla distanza più lunga. Come lei, anche Simone Biles si è messa al collo quattro ori e ha messo la firma sulla frase simbolo dei Giochi: «Non sono la nuova Bolt o la nuova Phelps, sono la prima Simon Biles».

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L'Italia che trionfa ai Giochi

A Rio l'Italia fa un po' di conti e torna a casa con 28 medaglie, con otto ori come a Londra. Aggiungendo gli argenti si tratta della sesta migliore Olimpiade di sempre per gli azzurri. In totale gli atleti andati a medaglia sono stati 69, il 10% in più rispetto a Londra, merito dei podi negli sport di squadra. All'Italia del volley, la nazionale dello zar Zaytsev, Juantorena e del baby Giannelli è sfuggito il primo oro olimpico. Lupo e Niccolai hanno portato per la prima volta l'Italia a giocarsi il titolo nel beach, a Copacabana, nella casa di questo sport contro i migliori del mondo. Storico il doppio podio per la pallanuoto azzurra, unica nazione a portare entrambe le nazionali in semifinale. L'acqua si colora di azzurro soprattutto con Paltrinieri e Detti, primo e terzo nei 1500 (prima volta che l'Italia porta due uomini sul podio in una stessa gara olimpica dai tempi di Domenico Fioravanti e Davide Rummolo nei 200 rana a Sydney 2000). E si veste a festa con l'ultima medaglia del palmares da leggenda di Tania Cagnotto. È l'Olimpiade della precisione di Campriani, che ha insegnato a non avere paura, di Fabio Basile che vince nel judo l'oro numero 200 nella storia olimpica azzurra, di Elia Viviani, il re del ciclismo su pista.

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Bebe Vio e Zanardi, lo sport che abbatte le barriere

Il sorriso di Bebe Vio e di Alex Zanardi. I fotogrammi di un'Italia che non si ferma davanti alle difficoltà, di chi nello sport e nella vita può davvero definirsi eroe. Sono i volti più belli dell'Italia che trionfa alle Paralimpiadi di Rio. Con 39 medaglie (10 ori, 14 argenti e 15 bronzi) diventa l'edizione migliore per gli azzurri negli anni Duemila. Spicca Federico Morlacchi da Luino, il Michael Phelps azzurro, affetto da ipoplasia congenita al femore sinistro, che ha festeggiato un oro e tre argenti a Rio con il suo motto springsteeniano: we take of our own, ci prendiamo cura di noi stessi. L'atletica ha celebrato l'oro di Assunta Legnante, più forte anche di un’operazione alla schiena affrontata a metà maggio nel getto del peso per non vedenti, e della portabandiera Martina Caironi nei 100 metri della categoria T42.

L'argento di Zanardi nella prova in linea, a 15 anni esatti dall'incidente del Lausitzring, chiude un cerchio. Anche a 50 anni, le sfide e i limiti sono solo un'illusione. Mai come quest'anno, però, le Paralimpiadi diventano fenomeno anche social. Merito di Bebe Vio, prima schermitrice paralimpica a gareggiare con quattro protesi artificiali, merito del selfie con Obama e di una giornata speciale da “Iena” in tv con Ilary Blasi. Sempre con lo stesso contagioso sorriso.

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Il Leicester, un anno da sogno

Il 2016 resterà soprattutto l'anno del Leicester. "Macchinata ignorante" a parte, Claudio Ranieri ha firmato l'impresa calcistica della stagione. Una squadra che ha investito poco più di 50 milioni di euro, che ha costruito la squadra sui nuovi Okazaki, Fuchs e Kanté e sull'ossatura della squadra che un anno prima lottava per non retrocedere (Drinkwater, Morgan, Vardy, Mahrez, il figlio d'arte Schmeichel). Una squadra che gioca all'antica, che col quartultimo monte ingaggi della Premier ha sbaragliato la concorrenza. Determinante l'1-3 in casa del City. " Tutto sembra pronto per la fine della favola e invece il gol di Huth, il capolavoro di Mahrez e il sigillo ancora di Huth per l’1-3 finale fa acquistare alla squadra ancora più consapevolezza e le Foxes si sentono pronte per diventare una favola ancora più grande, forse la più grande favola mai raccontata nel mondo del calcio" ha scritto il nostro Vito Lamorte.

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Il Lipsia divide e impera

C'è un'altra squadra che si ama o si odia, che divide ma impera in questo 2016. E' l'RB Lipsia. La sigla ufficialmente sta per Rabelsball, ma tutti lo sanno che vuol dire Red Bull (è uno stratagemma di Mateschitz per aggirare il divieto per un brand di dare un nome a una squadra professionistica). Il colosso austriaco ha aggirato anche un altro dei capisaldi del modello tedesco, secondo cui il 50%+1 delle quote devono appartenere ai tifosi: ha costituito una società con una ventina di membri, che pagano una quota altissima, tutti dipendenti della Red Bull. "Non siamo un club con il classico sistema di membership e non vogliamo esserlo" ha ammesso Mateschitz, che sta cambiando lo scenario e il paradigma del modello calcistico d'Europa.

Il 2016 da record di Cristiano Ronaldo

È proprio l'anno di Cristiano Ronaldo. Ha battuto tutti i record. È l'unico ad aver vinto il campionato, la coppa e supercoppa nazionale, la coppa dalle grandi orecchie, il Mondiale per club, premio come Giocatore dell'anno nella lega, la Scarpa d'oro e il Pallone d'Oro per due squadre diverse (Manchester United e Real Madrid). E il primo a segnare una tripletta in finale dell'ex coppa intercontinentale. Nessuno prima di Cristiano Ronaldo aveva mai giocato prima due finali europee a 12 anni di distanza l'una dall'altra. Da allora, CR7 all'Europeo, contando anche le qualificazioni, di gol ne ha segnati 29, più di tutti (e 4 in più di Ibrahimovic). Nelle sole fasi finali ne ha realizzati nove, eguagliato il record di Platini, ma è l'unico che ha messo il suo timbro in quattro edizioni diverse. È diventato il più presente di sempre con la maglia del Portogallo, superato Figo, ma ha perso il primato di più giovane portoghese in una grande competizione internazionale: un record ora alla rivelazione Renato Sanches. La sua finale dura appena 24′, ma finisce col discorso del trionfo per il Portogallo, decima nazione a salire sul tetto d'Europa.

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Rosberg trionfa e lascia la F1

Resterà invece un campione che ha ballato per una sola stagione Nico Rosberg. Per il secondo anno di fila, la Mercedes ha fatto meglio del precedente. Il tedesco è diventato campione del mondo come papà Keke. Con le sue nove vittorie, ha portato a 19 il totale dei successi delle Frecce d'Argento, un nuovo record per una sola stagione, e tolto a Graham e Damon Hill il primato di unica coppia di padre e figlio entrambi campioni del mondo. Ha battuto il suo unico vero rivale, Hamilton, che le ha provate tutte fino all'ultimo, giocando con e oltre le regole: è diventato il secondo pilota più vincente della Formula 1 (53 successi, dietro solo ai 91 di Michael Schumacher), e il miglior britannico di sempre, capace di imporsi su 24 circuiti diversi, ma non gli è bastato.

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La vittoria da record di Verstappen

Spera invece di non restare un one-hit wonder Max Verstappen, baby prodigio rispettato e contestato, che ha già dato il nome a una regola per contenere la sua irruenza nella difesa della posizione. È il pilota con più sorpassi in pista in una singola stagione dal 1983 (78), il primo olandese a vincere in F1, il più giovane a firmare un giro veloce (in Brasile), a partire in prima fila (a Spa, nell'università della Formula 1), a vincere un gran premio. Trionfa a Barcellona, a di 18 anni, 7 mesi e 15 giorni. Batte il primato precedente di Vettel (Monza 2008) nel giorno dell'unico harakiri Mercedes e della grande illusione Ferrari, che per l'unica gara del 2016 porta entrambi i piloti sul podio.

Fill nella storia: è Campione del mondo di discesa

Peter Fill entra nella storia. E' il primo azzurro a vincere la Coppa del Mondo di discesa libera, non c'era riuscito mai nemmeno Ghedina nei suoi anni migliori. Un capolavoro di tecnica e freddezza a 33 anni, iniziato con la vittoria sulla Streif, la leggendaria pista di Kitzbuhel, e finito col decimo posto nella finale di coppa a St.Moritz. "Ci ho creduto, è stata la mia stagione migliore" ha detto Fill, che si scopre personaggio dopo le due medaglie mondiali (argento in SuperG nel 2009, bronzo in supercombinata nel 2011). "Sono stato molto costante dall'inizio alla fine e ho raccolto una soddisfazione che vale una carriera. So di essere il primo italiano, ma abbiamo una scuola della velocità adesso".

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Murray n.1 e il ritorno di Del Potro

Altre due storie sportive si sono incrociate a Rio, nella finale maschile di tennis. Andy Murray è diventato il primo di sempre a confermare l'oro a cinque cerchi, Del Potro, che ha battuto sia Djokovic sia Nadal, ha iniziato a scrivere la sua grande favola di ritorno e riscatto. Murray ha poi chiuso l'anno con 24 vittorie di fila e il titolo al Masters, ha chiuso da numero 1 del mondo, da secondo più anziano di sempre a salire in vetta alla classifica dopo Newcombe. E' il giocatore che più di tutti ha aspettato per passare dal secondo al primo posto: è stato numero 2 per la prima volta il 17 agosto 2009 (la prima di 76 settimane non consecutive), e gioisce al quadrato perché in vetta alla classifica di doppio c'è Jamie: è la prima coppia di fratelli che domina nello stesso momento le due classifiche. Nella finale di Davis, poi, Del Potro si è fatto baciare da Maradona il polso tante volte operato e ha regalato all'Argentina la prima Insalatiera d'argento della sua storia grazie a due vittorie epiche. Il gigante buono ha conquistato tutti.

Andy Murray medaglia d'oro alle Olimpiadi di Rio 2016
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