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Olimpiadi Tokyo 2020

“I coreani non giocano a ping pong, occhi stretti e non vedono la pallina”: telecronista licenziato

Le incredibili dichiarazioni dal tenore razzista di un giornalista greco gli sono costate il licenziamento in tronco da parte di una delle principali emittenti elleniche. “I coreani non giocano a ping pong… i loro occhi sono stretti, come fanno a seguire la palla che va e viene?”, aveva detto durante il notiziario olimpico.
A cura di Paolo Fiorenza
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In Grecia si è sollevato un polverone per le dichiarazioni dal tenore razzista di un telecronista delle Olimpiadi in corso di svolgimento a Tokyo. È accaduto infatti che Demosthenes Karmoiris – durante il telegiornale olimpico del mattino su ERT, uno dei principali canali nazionali – abbia scherzato con un collega in studio, tirando in ballo le ‘difficoltà' dei pongisti della Corea del Sud nello sport in questione: "I coreani non giocano a ping pong… i loro occhi sono stretti, come fanno a seguire la palla che va e viene?", accompagnando anche le sue parole con un gesto delle dita.

Dichiarazioni ovviamente inaccettabili, al punto che le polemiche sollevatesi hanno indotto l'emittente televisiva a prendere un provvedimento immediato: il licenziamento in tronco del giornalista. "I commenti razzisti non hanno posto nella televisione pubblica – è stata la nota diffusa a stretto giro – La collaborazione di Demosthenes Karmoiris con ERT si è conclusa oggi, subito dopo il notiziario mattutino". Si è salvato invece l'altro conduttore del programma, tale Dimitris Kottaridis, che pure si era fatta una bella risata nel sentire le imbarazzanti parole del collega.

Karmoiris aveva piazzato la sua infelice battuta nel commentare la sconfitta del pongista greco Panagiotis Gionis contro il sudcoreano Jeoung Young-sik. Peraltro qualche giorno prima lo stesso giornalista era stato costretto a scusarsi per un altro commento, in quella occasione sulla prova della connazionale Anna Korakaki nella finale di tiro. Evidentemente le frasi inappropriate sono un suo marchio di fabbrica. Anzi, lo erano, vista la lettera di licenziamento in tronco.

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