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Haley Van Voorhis, la prima donna nel football americano maschile: “Ho reso possibile l’impossibile”

Evento epocale nl football americano lo scorso settembre durante una partita del campionato universitario in Virginia: Haley Van Voorhis ha esordito nella squadra maschile come defensive back, prima donna al mondo a ricoprire un ruolo diverso dal kicker. Infrangendo l’ultima barriera.
A cura di Alessio Pediglieri
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Haley Van Voorhis ha riscritto la storia del football americano. Lo ha fatto lo scorso settembre quando è scesa in campo per una partita di terza divisione NCAA, campionato universitario maschile statunitense con i colori degli Hornets della Shenandoah University, in Virginia. Non si tratta di una "prima" assoluta perché già in passato altre tre donne si cimentarono con i maschi del football ma tutte nel ruolo di kicker: Haley è andata oltre, giocando come defensive back e riuscendo anche a fare un placcaggio dopo pochi istanti.

Un evento a suo modo unico ma che spalanca le porte a nuove frontiere oramai sempre meno delineate e che stanno portando anche a eludere le ultime barriere e stereotipi sportivi: il 23 settembre 2023, durante una gara ufficiale per il campionato NCAA, tra gli Hornets è entrata in campo Van Voorhis, prima donna a giocare in un ruolo diverso dal kicker, il giocatore che nel football si dedica esclusivamente a colpire la palla su calcio piazzato. Prima di lei c'erano tre precedenti nella disciplina: Liz Heaston, Katie Hinida e Sarah Fuller. Tutte e tre, però, appunto nel ruolo di kicker.

Van Voorhis gioca invece come defensive back, un ruolo al centro del gioco di difesa, con il compito preciso di coprire le parti laterali e posteriori del campo dalle incursioni avversarie. In questo caso, costituite da energumeni maschili, alti 180 centimetri e pesanti quasi 200 chili. Come nel caso di Calvin Germar, il quarterback avversario "abbattuto" da Van Voorhis alla prima occasione, provocando un ‘hurry' avversario, obbligando il quarterback ad un lancio affrettato e una palla persa. Lei, a soli 19 anni e di soli 60 kg per 170 centimetri d'altezza ha mostrato, tra il tripudio generale de pubblico presente sugli spalti, che tutto è davvero possibile, entrando in campo senza paure una volta che coach Scott Yoder ha deciso di farla esordire, come ha poi commentato sui propri social e nelle interviste post gara.

"Ho respo l'impossibile possibile" ha sentenziato la ragazzina diciannovenne che sta facendo parlare di sé tutta America. "È una cosa incredibile", ha detto al Washington Post dopo la gara in cui è entrata ad un minuto dalla fine del primo quarto. "Volevo solamente entrare e fare le cose che so fare. Voglio mostrare ad altre persone che tutto questo è ciò che le donne possono compiere e mostrare cosa posso fare io in prima persona. È stato un grande momento e ne sono entusiasta".

Nel mondo del football americano, le squadre miste non sono comunque una autentica novità. Se non nella specialità tackle – indossando casco e paracolpi – soprattutto in quella Flag, disciplina che sta prendendo sempre più piede in campo internazionale a tal punto da aver richiesto l'inserimento tra gli sport che possono essere presenti alle Olimpiadi. Nel Flag Football, infatti, da sempre esistono formazioni miste con veri e propri campionati nazionali. Con la prima assoluta di Van Voorhis, adesso, si può prospettare lo stesso futuro anche per la tackle.

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