Goggia non si arrende al dolore, sa come combatterlo: usare parastinchi da calcio speciali

La campionessa di sci è in fase di riabilitazione dopo il tremendo incidente alla gamba. Il dolore la tormenta ma si allena anche con 37° gradi all’ombra. La prospettiva che le ha paventato il ct, Gianluca Rulfi, è come scartare un cioccolatino: non sa cosa le capiterà.
A cura di Maurizio De Santis
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La condizione attuale di Sofia Goggia dopo il tremendo infortunio che le ha frantumato la tibia destra in più punti a ridosso della caviglia è la seguente: arrendersi al dolore e mettere a parte ogni buon proposito per tornare in pista oppure trovare un modo per sopportarlo, così da gareggiare di nuovo. Quando? Bella domanda… dentro di sé ha una risposta ma lascia che resti lì, in quell'angolo remoto dove la tiene stipata assieme alla paura di non farcela più.

"Alle prime curve ho pianto sotto la maschera", ha spiegato la campionessa azzurra raccontando le sensazioni provate nel rimettere la maschera e montare l'attrezzatura per riprendere a sciare. E tanto basta a spiegare come anche l'animo da guerriera non basta per rimettere tutto a posto: "Ho pensato che non sarei più stata sciatrice d'alto livello". La prospettiva che le hanno paventato i medici e il ct, Gianluca Rulfi, è come scartare un cioccolatino: non sa cosa le capiterà.

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"Saltare la stagione – ha ammesso nell'intervista al Corriere della Sera -, levare le placche a novembre e avere come obiettivo i Giochi 2026 è una opzione da valutare". Per adesso la gamba le fa un gran male, infilare lo scarpone è un tormento. "Devo riuscire a trovare una soluzione, magari utilizzano materiali in carbonio molto sottili e che si adattano alla mio arto". Qualcosa da inserire tra calza e stivale che faccia da cuscinetto, "molto simile ai parastinchi dei calciatori". Ci proverà, lo proverà.

E allora va giù in palestra a lavorare sodo nonostante il caldo afoso e il termometro che segna temperature di un altro mondo. "Allenamenti estivi con 37 gradi. Ce la sto mettendo tutta", ha scritto su Instagram a corredo del video nel quale mostra gli esercizi che svolge agli attrezzi. Non è solo la soglia del dolore (e come anestetizzarlo) a preoccupare.

La fitta che sente dentro porta con sé anche un altro timore: dopo lesioni di quel tipo la sua gamba riuscirà a essere stabile e a tollerare le sollecitazioni di un atleta che gareggia a un certo livello e deve spingere al massimo in competizione? La sciatrice bergamasca è di fronte alla ripresa più dura, per tutto quanto le è successo prima e per il momento particolare della carriera.

Ecco perché quel punto interrogativo al momento non può avere risposta che non sia la sofferenza che avverte. "Non lo so – ha aggiunto Goggia -. Le ossa che s'erano lesionate per adesso sopportano solo sciate blande. Il problema è la guaina del tendine tibiale anteriore, recisa per mettere la piastra: ha una parte adesa e una libera. E questa che mi fa vedere le stelle".

Goggia, però, è pronta a tutto. Ha messo in conto anche le luci dei riflettori che di colpo si spengono perché ormai sei finita. "Il mio mondo va così. So di avere una montagna da scalare e non ho tempo per pensare ad altro, men che meno a chi al bar sport può criticarmi".

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