Gli orrori della ginnastica non spaventano Malagò: “Non credo a plagi, un po’ di rigore dev’esserci”
Il Presidente del CONI, Giovanni Malagò ha preso parola di fronte ad una delle settimane più terribili che hanno coinvolto il mondo della ginnastica italiana, tra atroci accuse e rivelazioni che hanno scoperchiato un altro mondo, dietro a quello dorato fatto di sorrisi, carezze e successi delle "Farfalle" azzurre: una galleria degli orrori, attraversata da ragazze che hanno denunciato abusi, violenze e privazioni, che hanno portato ad una inchiesta federale e ordinaria.
Tanti, troppi, i racconti che si sono susseguiti negli ultimi giorni dove sono emersi agghiaccianti retroscena svelati dalle dirette interessate, iniziando da due ex atlete, Nina Corradini e Anna Basta che hanno avuto la forza e il coraggio di raccontare ciò che avevano vissuto direttamente e indirettamente durante gli anni in Federginnastica, l'organismo associato al CONI che oggi è sotto la lente di ingrandimento della Procura: abusi e violenze, fisiche e psicologiche legate alla gestione del peso, una conditio sine qua non con cui si tracciava una linea impossibile da superare, pena le umiliazioni personali.
Denunce che hanno sortito un effetto cascata impressionante, con i vertici della Federginnastica che hanno provato a spiegare, a difendersi e a difendere un mondo che, pare, non si fosse accorto di un sistema malato e perverso: dal presidente Gherardo Tecchi al ct Emanuela Maccarani nessuno avrebbe intuito quanto stesse accadendo dietro ai sorrisi e alla leggerezza delle ragazzine in pedana, capaci di ammaliare il pubblico con la loro grazia. Così, di fronte a quanto emerso, è dovuta intervenire la Procura, mentre la Federginnastica ha commissariato la palestra di Desio, il principale luogo dove si sono consumati i misfatti di fronte ai quali è intervenuto anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò.
Nessuna assoluzione, ma nemmeno alcun grado di colpevolezza da parte del numero uno dello sport italiano che, a Repubblica, ha chiarito il proprio punto di vista: "Bisogna capire la reale entità del fenomeno, una volta che si accerteranno i singoli casi". Il riferimento diretto è agli otre 150 mila iscritti e ai 500 mila praticanti in tutta Italia. "Più che in altri sport, nella ginnastica si deve avere attenzione sulla questione del peso, che resta uno dei suoi aspetti cruciali. Un certo grado di rigore e di ‘durezza' è inevitabile".
Parole che lasciate senza ulteriori specifiche farebbero spalancare la bocca e sgranare gli occhi. Com'è possibile che si possa dunque giustificare tutto ciò? Nulla di più lontano da questo concetto il pensiero di Malagò, che subito precisa e puntualizza la propria posizione: "Tutto diventa ovviamente diverso quando si oltrepassa la linea e dal rigore si sconfina nella violenza, nell’umiliazione, nella vessazione". Che sono e saranno oggetto di indagine per scovare responsabilità e punire i colpevoli: "Tutto dev'essere ancora provato, dev'essere chiaro prima se si tratta di errori dovuti ai singoli o se ci fosse un sistema che li ha indotti a sbagliare. In questo caso sarebbe responsabilità oggettiva anche del CONI, altrimenti è un problema dei singoli".
Questioni di lana caprina rispetto agli orrori emersi? Fino ad un certo punto, perché il discorso di Malagò si sofferma anche su ciò che definisce senza mezzi termini un "paradosso": "Non credo che si possa parlare di plagi anche se è in gioco la presenza dello Stato all'interno del sistema sportivo. La Federginnastica con il commissariamento ha voluto dare un segnale forte e aveva già creato un organismo che avevo indicato io stesso come modello da seguire" ammette sempre a Repubblica.
Un sistema che evidentemente ha fallito. Si tratta del "Safeguarding Officer", il sistema citato dalla stessa Federginnastica in uno dei comunicati post tsunami, un "organo nuovo, con competenze specifiche, psicologiche e legali". Perché ciò che è accaduto non accada mai più, perché le violenze, gli abusi, le privazioni non siano di casa per chi fa sport. Perchè nella ginnastica, come per qualsiasi altra disciplina, chi la pratica possa ritrovare serenità e sorriso non solamente quando è in pedana.