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Gli atleti russi hanno paura di Putin: “Se parlassero contro la guerra, rischierebbero la vita”

La rivelazione nei messaggi WhatsApp spiega perché quasi nessuno si esponga contro la guerra portata dalla Russia all’Ucraina.
A cura di Paolo Fiorenza
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Siamo ormai quasi ad un mese di guerra in Ucraina e non si vedono ancora spiragli di luce in fondo ad un tunnel fatto di devastazione, barbarie e morti. Il riverbero dell'attacco dell'esercito di Putin sul mondo dello sport si è tradotto nell'esclusione degli atleti russi e bielorussi da tutte le competizioni internazionali, salvo poche eccezioni come nel tennis e nel nuoto, in cui è consentito di gareggiare ai singoli atleti a patto che non lo facciano sotto i colori del proprio Paese.

Così come sono state rare le eccezioni che hanno visto qualche voce di condanna alzarsi da atleti russi, in un contesto impregnato non solo di propaganda, ma anche di paura: in Russia non si possono neanche pronunciare le parole "guerra" ed "invasione", ma è consentito parlare solo di "operazione speciale" in Ucraina, per non incappare nella nuova legge contro le "fake news" e finire in galera. Consenso e terrore, il classico mix su cui si appoggiano tutti i regimi dittatoriali e che ha prodotto lo show putiniano della scorsa settimana nello stadio Luzhniki di Mosca, con decine di migliaia di persone sugli spalti e dieci medagliati russi sul palco a fare da megafono all'azione politica e militare di Putin, non si sa quanto realmente partecipi o costretti a prestarsi alla rappresentazione.

Le ginnaste Arina e Dina Averina sul palco dello show di Putin
Le ginnaste Arina e Dina Averina sul palco dello show di Putin

Tutti con le loro medaglie visibili al collo, ma anche tutti con la lettera Z simbolo dell'invasione russa ben in vista sul giaccone. Anzi tutti tranne uno, il tre volte campione olimpico di sci di fondo Alexander Bolshunov, che non aveva la Z all'altezza del cuore. Un gesto che non è dato sapere se sia stato di dissociazione – il 25enne era pur sempre anche lui sul palco a sostenere Putin – ma che ha colpito, visto quanto sia difficile non zerbinarsi al regime. Cosa accada realmente negli animi di parte degli atleti russi lo svela Aljona Savchenko, ex campionessa di pattinaggio artistico su ghiaccio ucraina naturalizzata tedesca, vincitrice dell'oro olimpico a Pyeongchang 2018.

"Sono rimasta senza parole quando ho visto quegli atleti sul palco, non riuscivo a credere ai miei occhi – dice la Savchenko a Eurosport, commentando la presenza allo show di Putin anche di suoi colleghi pattinatori e pattinatrici – È molto doloroso quello che sta accadendo tra Ucraina e Russia. I bambini e le persone muoiono, i paesi vengono distrutti: è una catastrofe. E questi atleti lo stanno celebrando e supportano questo gala. È disumano. Tuttavia, non so se ci siano andati volontariamente o meno. Ci sono voci secondo cui hanno dovuto o sono stati costretti a farlo. Purtroppo non posso valutarlo".

Aljona Savchenko e Bruno Massot con l'oro vinto alle Olimpiadi nel 2018
Aljona Savchenko e Bruno Massot con l'oro vinto alle Olimpiadi nel 2018

La 38enne di Kiev spiega poi che qualche atleta russo le ha manifestato i propri timori qualora dica o faccia qualcosa contro il regime: "È una storia difficile. Eravamo amici di molti atleti russi e lo siamo ancora. Ma tutta questa situazione sta alimentando l'odio tra le persone, anche se non lo vorremmo. A essere onesti, ne ho cancellati molti dal mio elenco di contatti. Non riesco a capire perché alcuni siano favorevoli a questa guerra. Altri sono contrari alla guerra ma non ne parlano. Ci sono molte persone che mi scrivono messaggi negativi. Ma ci sono anche molti che sono contrari alla guerra. Tuttavia, mi scrivono che non possono fare nulla contro di essa. Se protestassero, la pagherebbero con pesanti pene detentive o addirittura con la vita".

"Sono semplicemente tutti molto spaventati, quindi anche coloro che sono contrari non faranno nulla. Loro stessi non sanno come reagire correttamente. D'altra parte, penso che se hai la tua opinione, dovresti parlare. Ma ovviamente non sono nemmeno sul campo, quindi non posso giudicare come sia la situazione in Russia. Ma dal mio punto di vista, sarà difficile per le persone lì guardarsi di nuovo negli occhi", conclude Aljona Savchenko.

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