Giorgio Minisini insultato perché fa uno sport ‘da donne’: “Mi hanno dato del sincro-fr…o”
"Checca". "Sincro-frocio". Sono alcuni degli insulti che Giorgio Minisini s'è sentito dire in faccia, col sorriso sulle labbra di chi fa le battute più sciocche su un atleta che ha scelto di praticare il nuoto sincronizzato, una disciplina che nell'immaginario collettivo è per sole donne. O, almeno, lo è stata fino a poco tempo fa quando, vederlo allenarsi e competere in coppia assieme alle compagne di nazionale, nella testa di alcuni scattava la solita domanda: ma forse è omosessuale? Tutto vero, gli è successo anche questo.
Agli Assoluti di Riccione scolpì un risultato storico. Gli Europei di Roma e i Mondiali di Budapest dell'anno scorso hanno spazzato via anche quel becerume di pregiudizi e battutine che hanno accompagnato l'atleta romano e gli altri due che nel 2022 si presentarono in vasca nel "solo", lo spagnolo Fernando Diaz Del Rio, il serbo Ivan Martinovic. Le quattro medaglie d'oro conquistate nella disciplina artistica (nel singolo e nel "duo misto" con Lucrezia Ruggiero) hanno avuto un effetto dirompente contro ogni preconcetto, ogni stupida allusione.
La doppia vittoria iridata in Ungheria nello stesso anno è stata altrettanto speciale, condivisa con la compagna di selezione nelle specialità ‘tecnico e libero'. Successi che sono la punta dell'iceberg, a giudicare dal palmares che nel complesso annovera il nuotatore 27enne: 3 ori, 3 argenti, 2 bronzi ai Mondiali; 4 ori e 4 argenti agli Europei; 1 oro in Coppa del Mondo; 14 ori, 7 argenti, 1 bronzo ai campionati italiani. Successi che rappresentano orgoglio personale e di famiglia: la madre di Minisini, Susanna De Angelis è una ex nuotatrice; suo padre, Roberto, è un giudice internazionale di nuoto sincronizzato.
Se papà e mamma sono stati un esempio e uno stimolo ("per me il nuoto c'è sempre stato"), l'idolo da ragazzo è stato Bill May, 44enne nuotatore artistico statunitense che è stato tra i sostenitori della presenza maschile nel nuoto sincronizzato. Nel 2004 gli venne impedito di partecipare alle Olimpiadi di Atene per "questioni di genere".
Nel 2015 l'americano ha infranto un tabù grazie all'introduzione del duo misto e a un nuovo corso normativo che vedrà cadere il prossimo muro nei Giochi del 2024. "Quando vidi Bill May nuotare in mezzo alle donne sono stato folgorato – ha raccontato Minisini al Corriere della Sera, svelando anche un'altra motivazione personale da giovanotto -. E poi volevo conquistare le ragazze".
Il Maschio, è questo il titolo dell'autobiografia nella quale Minisini racconta se stesso oltre la piscina e le competizioni, oltre gli stereotipi e lo scetticismo verso l'unico uomo in mezzo a una disciplina sportiva storicamente appannaggio delle donne. Ha messo a nudo anche la propria fragilità, le difficoltà personali (superate) per i disturbi alimentari.
"Non mi sono reso subito conto di tutti i preconcetti – ha aggiunto il campione iridato -. Sentivo che il mio posto era in quella specialità del nuoto che per molti era una cosa strana per un uomo. Sono etero e se fossi omosessuale lo direi senza problemi".
Che differenza farebbe per la sua carriera? Nulla. Che c'entrano qualità tecniche e talento con l'orientamento sessuale? Nulla. Eppure sono cose con le quali ha dovuto fare i conti. "Ho speso molto tempo a spiegare che quella disciplina è sì praticata dalle donne ma la possono fare anche gli uomini, che non uso costumi appariscenti ma uno semplice di colore nero, che mi piacciono le donne e che quelli eseguiti non sono ‘balletti' ma esercizi che comportano una tecnica particolare".
Certi motti di spirito, certe espressioni ironiche gliel'hanno dette i coetanei, maschi e femmine. Nessuno lo ha risparmiato quanto a battutine. "Un giorno a scuola mi dissero: ma tu sei quello che fa i balletti in acqua con le paillettes e i brillantini. Altri mi chiamavano sincro-frocio oppure checca".
Nel corredo accessorio c'è anche un episodio ulteriore, questa volta a sfotterlo sono le donne. Era nello studio di un fisioterapista e una delle colleghe iniziò a togliersi gli abiti. Davanti a lei c'era anche Minisini e quando glielo fecero notare lei rispose: "Vabbe'… ma è Giorgio…". Come a dire: è "una" di noi. Niente che non vada via con uno sbuffo di fiato. Niente che gli impedisca di essere se stesso, gareggiare e vincere.