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Olimpiadi Parigi 2024

Giocatrice di rugby salva la compagna in caduta libera alle Olimpiadi: una prova di forza sovraumana

L’irlandese Erin King stringe forte la giocatrice e la riporta sul prato mulinando le braccia con una forza colossale: le ha evitato una brutta caduta e di farsi del male.
A cura di Maurizio De Santis
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Erin King ha compiuto uno sforzo sovrumano per salvare la compagna di nazionale, Emily Lane, da un brutto infortunio. Durante la partita di Rugby a 7 femminile alle Olimpiadi, la presa al volo e il sollevamento della giocatrice irlandese sono stati impressionanti. Non è stata solo una dimostrazione di potenza ma soprattutto di determinazione nonostante il risultato in ballo non valesse un piazzamento ambizioso né la possibilità di competere ancora per una medaglia.

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C'è stato anche dell'altro dietro quella prodezza alla Wonder Woman: il tentativo estremo, per fortuna riuscito, di evitare che le conseguenze della caduta potessero essere pericolose per l'incolumità fisica di Lane. Ed è stato questo l'aspetto che ha scandito tutta l'azione nella sfida contro la Gran Bretagna. Tutto avvenuto nel giro di pochi secondi e sottolineato dalla smorfia perentoria di King.

L'episodio clou, divenuto virale per l'atteggiamento delle protagoniste, nasce nel momento in cui la selezione inglese sfrutta una disattenzione delle avversarie e prova ad approfittare della difesa sguarnita per affondare il colpo verso la linea di meta. Per recuperare l'ovale, Lane spicca un balzo e va in presa al volo: riesce a ghermire la palla, la ricezione è perfetta, e sta per franare sul rettangolo verde di schiena.

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Da mediano di mischia che teme nulla non ci pensa due volte e si fionda per stoppare l'iniziativa della Gran Bretagna. Può sbattere col collo per terra ma ha la fortuna di avere l'angelo custode proprio al suo fianco. È allora che King la stringe forte e la riporta sul prato mulinando le braccia con una forza colossale, tale da lasciare a bocca aperta gli spettatori allo stadio e collegati da casa attraverso la tv.

Gesto atletico a parte, il risultato del campo (28-12) fotografa la differenza di valori tra nazionali e conferma quella che per l'Irlanda (tanto nel settore maschile quanto in quello femminile) vien definita la maledizione dei quarti di finale. Una sorta di incantesimo sportivo che è stato scandito con due sconfitte abbastanza nette, sia contro i finalisti delle Fiji nel torneo maschile sia contro la selezione australiana in campo femminile. "Questi incontri queste esperienza del genere sono molto importanti per noi. Giocare di fronte a così tante persone allo Stade de France è stato incredibile e non può che farci bene in prospettiva futura", ha ammesso l'allenatore capo dell'Irlanda, Temple-Jones.

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