Fuga dalle Olimpiadi: perché nessuno vuole più organizzarle
Olimpiadi? No, grazie. Proprio mentre gli occhi del mondo sono su Tokyo e sui Giochi in piena pandemia di Covid-19, c'è chi preferisce non prendere impegni per il futuro, lasciando ad altri l'incombenza di organizzare le prossime edizioni. È questo, in sintesi, il motivo per cui nel 2032 i cinque cerchi sbarcheranno a Brisbane, la terza città più popolosa dell'Australia. Una candidatura premiata a scapito di… nessuno. Proprio nessuno. Perché oltre a quella di Brisbane, non è stata avanzata alcuna proposta. Con l'intero pianeta a fare i conti con gli effetti catastrofici dell'emergenza sanitaria, nessuno ha voluto correre il rischio di accollarsi spese e debiti ingenti, ospitando il carrozzone olimpico e sostenendo i costi di un'organizzazione che anche quest'anno si è rivelato più oneroso rispetto alle previsioni.
Quanto sono costate le Olimpiadi di Tokyo
L'esempio di Tokyo 2020 (o 2021, che dir si voglia) è sotto gli occhi di tutti. Il budget iniziale, stimato al momento dell'assegnazione dei Giochi alla capitale giapponese, era di 7,3 miliardi di dollari, ovvero circa 6,15 miliardi di euro. Nel giro di otto anni, la cifra è ufficialmente più che raddoppiata, ma il timore è che la spesa reale si sia quasi triplicata rispetto a quanto previsto. Già dopo essere stata selezionata dal CIO, battendo Istanbul e Madrid, Tokyo ha stanziato un budget nettamente maggiore, pari a 12,6 miliardi di dollari (oltre 10,5 miliardi di euro). Dopodiché, ci ha pensato la pandemia a fare il resto, con stime che si sono rivelate risibili rispetto ai reali effetti. Se per gli organizzatori, inizialmente, il rinvio di un anno della manifestazione avrebbe dovuto causare un aumento di costi di soli 800 milioni di dollari, i fatti dicono che il budget complessivo si è spinto a 15,9 miliardi di dollari, ovvero 13,4 miliardi di euro. Sempre per voce ufficiale, però, stavolta ammesso da Toshiro Muto, presidente del comitato organizzativo di Tokyo 2020. Inevitabile, dunque, che la cifra reale sia maggiore: per il Wall Street Journal, si arriverebbe a 20 miliardi di dollari.
Spiccioli, se si considera che per le Olimpiadi invernali di Sochi del 2014 è stato stanziato un budget di 51 miliardi di dollari (37 miliardi di euro, al cambio dell'epoca), risultando essere i Giochi più costosi della storia. Un anno dopo, però, il CIO ha annunciato l'ammontare dei profitti per l'edizione russa delle Olimpiadi invernali, pari a 53 milioni di dollari. Un saldo leggermente in attivo, dunque, ma questo in un mondo che ancora non aveva conosciuto il flagello del Covid-19 e tutte le conseguenze economiche legate alle misure di contenimento del contagio, tra lockdown e chiusura degli spalti. Uno studio dell'Università del Kansai, a tal proposito, stima che lo svolgimento dei Giochi a porte chiuse avrà per Tokyo un impatto negativo pari a 18 miliardi di euro. Non sarebbe andata certo meglio se le Olimpiadi fossero state del tutto annullate, come paventato fino a pochi giorni prima della cerimonia di inaugurazione: in quel caso, le previsioni sarebbero state di perdite per 35 miliardi di euro. Il tutto a fronte di un budget che è stato sforato già in partenza.
Costi e benefici delle Olimpiadi, chi ci ha guadagnato e chi no
Gli appuntamenti del prossimo quinquennio, almeno sulla carta, si prospettano essere low cost, alla luce di queste situazioni. Il budget previsto per le Olimpiadi invernali del 2022 a Pechino è di 3,9 miliardi di dollari (contro gli oltre 40 miliardi di dollari per i Giochi estivi del 2008) e anche Parigi, in previsione del 2024, sta cercando di ridurre quanto più possibile le spese. Con un budget iniziale di 6,6 miliardi di euro, il piano dei costi è stato sensibilmente ridotto nel corso del 2020, visti anche i problemi sorti in piena emergenza sanitaria. Si è arrivati fino a 3,9 miliardi di euro, ma sono previsti ulteriori tagli, che potrebbero portare il monte spese complessivo a 3,5 miliardi di euro, spostando alcune competizioni in location già pronte (come lo Stade de France) evitando così di far fronte a ristrutturazioni o costruzioni di impianti ex novo. Per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina del 2026, invece, il budget complessivo è di 1,6 miliardi di euro.
Il trend di abbassamento dei budget è evidente. Anche perché, l'analisi costi-benefici delle passate edizioni, non si è sempre rivelata benevola. Di sicuro, quando va bene, lo fa sempre nell'ordine dei milioni. Quando va male, si può arrivare a sforare la soglia del miliardo. Andando a ritroso: Pyeongchang nel 2018 ha chiuso con un margine attivo di 55 milioni di dollari, Rio nel 2016 invece ha perso 2 miliardi di dollari, mentre Sochi, come già scritto, ha registrato un utile da 53 milioni. Londra nel 2012 è riuscita sostanzialmente a chiudere in pari, mentre Vancouver nel 2010 (1,9 milioni di dollari) e Pechino nel 2008 (146 milioni di dollari) sono ampiamente rientrate nel budget. Segno meno per Torino, che ha ospitato l'edizione invernale del 2006, con perdite per 25 milioni di euro. Un rosso che non è certo paragonabile a quello di Atene nel 2004, il cui impatto è stato stimato tra i 10 e i 15 miliardi di dollari. È chiaro che non sempre si vada in perdita, ma il rischio c'è. E le difficoltà che sta vivendo il mondo in questi giorni non fanno altro che aumentarle, considerando che nei prossimi anni tutte le nazioni saranno impegnate a riprendersi dall'ultimo catastrofico biennio.
Il piano low cost per le Olimpiadi di Brisbane
I Giochi potrebbero non valere la candela. E c'è chi, in questo periodo di crisi globale, non ha proprio voglia di rischiare. Ecco dunque che Brisbane si ritrova ad essere la sola e unica candidata per ospitare le Olimpiadi del 2032, ma con l'intenzione di farlo in maniera sostenibile. Il budget previsto per organizzare l'intera kermesse si aggira sui 5 miliardi di dollari australiani, ovvero poco più di 3 miliardi di euro. Una cifra inferiore rispetto a quella messa in preventivo da Parigi per i Giochi che si terranno fra tre anni, con una fetta consistente (circa un quarto del budget complessivo) destinata alle strutture sportive. Nessun'altra città al mondo ha voluto competere con gli australiani, o almeno, nessuna ha compiuto i passi necessari per farlo. Perché in teoria Giacarta aveva presentato la propria candidatura, vedendosi respinta così come Ahmedabad, in India. Entrambe ci riproveranno per il 2036, con ogni probabilità, ma in molte aspettano di vedere l'effetto della pandemia sui Giochi di Tokyo. Perché in questa fase di crisi, le Olimpiadi, fanno paura.