Frantumato il record mondiale di lancio del disco, ma c’è il trucco: si è usato il doping meteorologico

La città di Ramona, in Oklaoma, Stati Uniti, è diventata improvvisamente virale lo scorso 13 aprile in occasione del Meeting Continental delle Throws Series World Invitational in occasione della gara di lancio del disco dove si è stabilito un nuovo record del mondo, con una misura "enorme" di 75,56 metri, mentre diversi atleti hanno superato abbondantemente i rispettivi personali. Prestazioni ai limiti del sensazionale che però hanno destato curiosità e interesse a tal punto che diversi tecnici e addetti ai lavori hanno denunciato l'utilizzo del "doping meteorologico", sfruttando i fortissimi venti che da sempre impazzano nella zona.
Record mondiali e lanci del disco da primato: annichilita la medaglia d'oro di Parigi
Un anno fa il lituano Mykolas Alekna aveva stabilito il nuovo record mondiale di lancio col disco, con il primato di 74,35 metri che è riuscito a ripetersi, ritoccando recentemente la misura e stabilendone uno nuovo con un lancio di 75,56 metri. In entrambi i casi, oltre ad essere stato stabilito dal medesimo atleta, il primato è stato realizzato sempre a Ramona. Ma nell'edizione 2025 ci sono stati ulteriori elementi a far saltare la classica mosca al naso a esperti e appassionati. Oltre alla strabiliante prova di Alekna, anche l'australiano Matthew Denny ha superato il vecchio record con un lancio di 74,78 metri e per la prima volta nella storia altri cinque atleti hanno superato i 70 metri in un’unica competizione. Quando, per confronto, alle ultime Olimpiadi di Parigi, solamente il giamaicano Rojé Stona toccò la soglia dei 70 metri, aggiudicandosi la medaglia d'oro.
Il Millican Field di Ramona: il campo in cui si sfruttano le raffiche di vento
Decisamente troppo particolare e ripetitivo perché tutto potesse passare inosservato e così c'è chi si è messo ad esaminare con attenzione il Millican Field di Ramona, la zona dove sono avvenuti i record che non è nemmeno un vero e proprio stadio di atletica leggera, bensì un campo aperto con una piccola tribuna aggiuntiva. Tutto ciò permette ai discoboli in gara di poter gestire la situazione, posizionandosi a loro piacimento per la traiettoria in cui lanciare il disco, ovviamente preferendo quella a favore di vento. Risultato? Performance straordinarie a tal punto da risultare inverosimili: l'australiano Matthew Denny, ad esempio, mai prima in carriera era riuscito ad avvicinare nemmeno i 70 metri. E così è scoppiata la polemica.
Le polemiche dopo i risultati: "E' doping meteorologico, si tratta di un altro sport"
Le varie federazioni hanno subito omologato comunque tutti i lanci effettuati iscrivendoli nei rispettivi palmares e prestazioni individuali, mentre la World Athletics non si è ancora pronunciata per la vidimazione finale, anche se ha dato risalto alla performance di Alekna.
Perché la tematica è più complessa di quanto si pensi: se è vero che nelle gare di velocità la presenza di vento piò inficiare eventuali record, ciò non è previsto nelle gare di lancio anche in presenza di raffiche evidenti. Il "doping del vento" sarebbe dunque, se non consentito, di certo non vietato dai regolamenti. "E' uno sport completamente differente da quello reale" ha commentato Staffan Jonsson , allenatore del campione olimpico svedese Daniel Ståhl. Al quale si è aggiunto il parere anche di Thor Gjesdal, rappresentante della Federazione norvegese di atletica leggera: "Tutto abbastanza ridicolo considerare tempi simili in una competizione caratterizzata da evidenti venti da uragano. Il doping meteorologico dovrebbe essere aggiunto all'elenco dei divieti".