Franco Bragagna racconta il vuoto nella sua memoria, 10 anni: “Non ricordavo moglie e figlio”
Franco Bragagna è assieme a Stefano Tilli, sua ‘spalla tecnica' ormai consolidata, la voce che racconta l'atletica leggera – ma anche altri sport olimpici – agli italiani da decenni: la conoscenza enciclopedica del telecronista nato a Padova ma bolzanino d'adozione è ormai proverbiale ed anche alle Olimpiadi di Parigi Bragagna è al suo posto ai microfoni Rai per raccontare le medaglie azzurre, a cominciare dal bronzo di Mattia Furlani nel salto in lungo. Sarà questa l'ultima Olimpiade estiva per il 65enne giornalista, del quale non molti conoscono il drammatico incidente di cui fu vittima: cadde rovinosamente dalle scale e perse la memoria. Un buco di ben 10 anni, in cui furono inghiottiti anche la moglie e il figlio, che lui non ricordava assolutamente di avere.
L'incidente di Franco Bragagna: cadde dalle scale, si cancellarono 10 anni di memoria
"La notte del 5 gennaio 1991 ero nella sede Rai di piazza Mazzini a Bolzano e tra il terzo e il quarto piano del palazzo sono caduto scale. Mi sono risvegliato al pronto soccorso ma non ricordavo nulla. L’infermiera, che conoscevo ma che in quel momento per me era una sconosciuta, tentava di farmi ricordare che avevo una moglie e un figlio. Niente, non ricordavo almeno gli ultimi dieci anni della mia vita. Negli anni ho dovuto ricostruire tutto", ha raccontato Bragagna ad Avvenire.
Quasi un contrappasso dantesco per chi ha fatto della memoria prodigiosa, fatta di risultati e aneddoti sterminati, uno dei propri punti forti. In quel momento Bragagna aveva 31 anni, ma il trauma e la cancellazione di tanti anni di memoria lo ‘ringiovanirono': "Era come se fossi tornato indietro nel tempo. Mi sentivo un ragazzo e pensavo che da grande volevo fare il giornalista. Quella notte arrivò in ospedale Ezio Zermiani, mio collega, che era in saletta di montaggio quando ho avuto l'incidente".
"Lo riconobbi, ma in quanto inviato della Rai che, da ragazzo, vedevo come punto di riferimento. Non come mio collega con il quale avevo scambiato quattro battute solo qualche ora prima – è il racconto alquanto surreale fatto da Bragagna ad Alto Adige – Io gli davo del lei, parlavo in italiano, mentre tra di noi usavamo sempre il dialetto veneto. Ed Ezio che non capiva, ad un certo punto mi disse: ‘Franco, mi stai prendendo in giro?' L'infermiera gli spiegò – usando un eufemismo – che ero un po' confuso".
La ricostruzione del passato che non c'era più: "Mia moglie è stata una santa"
A quel punto il giornalista dovette ricostruire quel passato che per lui non esisteva più: "Mi ha aiutato soprattutto Gabriella, mia moglie, che è stata una santa. E poi sono stati importanti i tanti chilometri macinati in macchina, nel corso degli anni, per seguire i diversi eventi. A me piace guidare soprattutto la notte: il buio, unito alla musica, mi rilassa. Questo mix mi ha consentito di conoscermi". E tuttavia continua a mancare qualcosa: "Ho ancora dei buchi intorno agli anni '80".
Nonostante l'incidente del 2001 e i conseguenti problemi di memoria, Bragagna debuttò come inviato Rai alle Olimpiadi dell'anno dopo: nel 1992 seguì sia i Giochi invernali di Albertville che quelli estivi di Barcellona. Da lì non ha mai smesso per oltre 30 anni, mettendo assieme 16 Olimpiadi complessive, oltre a tanti Mondiali di atletica leggera e di sci nordico. Adesso è ai saluti, almeno ai microfoni: "Cosa farò in pensione? Non ci ho ancora pensato, mi piace insegnare e ho fatto anche delle supplenze insegnante di lettere. Potrei fare delle consulenze, impartire lezioni di giornalismo o comunicazione… vedremo".