Fioretto, trionfo Azzurro anche a squadre. Il Dream Team vince l’oro
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Dopo il tris, arriva anche il Full. L’Italia del fioretto femminile non vince, stravince. Dopo il podio monopolizzato in quello individuale, arriva anche la vittoria a squadre. Vince il trio Di Francisca-Errigo-Vezzali, ma c'è spazio anche per Ilaria Salvatori, riserva, che gioca un assalto e così può salire anche lei sul podio.
Vendicata Pechino, quando le russe ci mandarono fuori in semifinale e per noi fu solo bronzo. Ci siamo presi tutto e con gli interessi. Nel pomeriggio due vere e proprie amichevoli contro Gran Bretagna (45-14) e Francia (45-22). In serata è arrivata la battaglia contro le russe, una gara difficile, sì, ma mai veramente in discussione: 45-31 il risultato finale. Ma il trionfo assoluto del Dream Team è anche un po’ l’immagine del nostro fioretto femminile attuale. La Storia, di Valentina Vezzali che è anche alla sua ultima Olimpiade. Il presente, nelle mani di Elisa Di Francisca. Il futuro, nel destino di Arianna Errigo. Tre nomi d’altissimo livello, che il mondo c’invidia.
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Elisa “Swordfish” Di Francisca: la nostra schermitrice numero uno in questo momento. Jesina, classe 1982, prosegue la tradizione che vede arrivare da questa città delle Marche i nomi più imponenti non a livello italiano, non a livello europeo, ma a livello mondiale: prima di lei, due mostri sacri come Giovanna Trillini e Valentina Vezzali. Oltre all’oro individuale e quello a squadre di stasera, Di Francisca vanta un palmarés infinito: quattro ori, tre argenti ed un bronzo ai Mondiali; sei ori, un argento e due bronzi agli Europei, oltre ad una Coppa del Mondo. Non è una che le manda dire. Appena sei mesi fa, non si fece problemi a dire ai giornali che, ad esempio, la Vezzali “come schermitrice non si discute. Sono cresciuta nella sua palestra cercando di rubarle molto perché è unica. Ma la persona non mi piace. Non sa perdere e non accetta ombre. Quando ci incrociamo nei ritiri, il suo sguardo è amichevole solo se mi ha battuta”. Un po’ di astio tra compagne di squadra, perché Elisa è il tipo di atleta a cui piacciono discoteche e tacchi a spillo. L’antitesi della Vezzali, che predilige dedizione e vita da atleta assoluti. “Da madre del Mulino Bianco”, punzecchiò ancora Swordfish appena sei mesi fa.
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Arianna “Magic Box” Errigo: il futuro è il suo. Brianzola, classe 1988, mancina, Magic Box è già un talento consacrato nel fioretto mondiale. Un palmarés già ricco: due ori, due argenti ed un bronzo ai Mondiali, quattro ori e due bronzi agli Europei, una Coppa nel mondo, oltre, ovviamente, all’argento individuale a Londra 2012 ed all'oro a squadre di stasera. Ha un solo difetto:non sa attendere l’avversario. Cerca sempre la stoccata vincente, a tutti i costi, e questo a volte può pagare. Ma è una limitazione dovuta al temperamento irruento di questa spettacolare schermitrice made in Monza, che a furia di bruciare tappe, è riuscita a conquistare due medaglie d’altissimo valore alla sua prima partecipazione olimpica. Il futuro non può essere, inevitabilmente, suo. Il Tricolore, a Rio de Janeiro, ha già un nome su cui puntare per sventolare al cielo.
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Valentina “The Queen” Vezzali: la Storia con la esse maiuscola. La Jesina, erede di Trillini, sa che prima o poi dovrà lasciare la Corona. Ma per ora, la protagonista vuole essere ancora lei. Del resto, ha una bacheca di trofei che solo a nominarla, come si dice a Napoli, si fermano gli orologi. Sei ori, un argento e tre bronzi alle Olimpiadi (comprese il bronzo individuale e l’oro a squadre di quest’anno). Tredici ori, cinque argenti e tre bronzi ai Mondiali. Undici ori, quattro argenti e due bronzi agli Europei. Cinque ori e tre argenti alle Universiadi. Due ori ai Giochi del Mediterraneo. E lasciamo perdere i campionati nazionali, perché sono numeri da giocare al lotto. Guinness dei primati per numero di medaglie d’oro consecutive vinte ai Giochi Olimpidi, quattordici anni di fila (1996-2010) numero uno del ranking mondiale. Non è un’atleta dello scherma, è LO scherma. Aveva detto di lasciare le Olimpiadi dopo i Giochi di Londra. E’ anche giusto così. La Regina, quest’anno anche Alfiere italiano ai Giochi, può lasciare la Corona in buone mani. Il futuro è ancora nostro.