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Eubank jr spiega gli effetti devastanti dei pugni presi sul ring: “Non ricordo i nomi delle persone”

Il racconto che fa il 35enne boxeur britannico, figlio d’arte, mette i brividi addosso. Per arginare questa forma degenerativa fa “esercizi per aiutare la funzionalità del mio cervello”.
A cura di Maurizio De Santis
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Gli effetti collaterali dei pugni presi sul viso, alla testa, sia sul ring. Chris Eubank junior, 35 anni, pugile figlio d'arte, ne parla oggi che sente addosso gli effetti della carriera sul ring. Gli riesce difficile fare anche le cose più semplici, quei gesti così comuni nella quotidianità da essere ripetuti meccanicamente. A lui, invece, quella sorta di memoria procedurale ogni tanto s'inceppa. E vengono i brividi addosso a sentirgli dire "dimentico le cose più di quanto non mi capitasse un paio di anni fa".

Ricordare nomi, numeri di telefono o altre situazioni di vita normale in qualche modo risentono delle batoste incassate. È una delle conseguenze e dei rischi (altissimi) del mestiere. Del resto, la storia anche recente, è piena di casi ben più gravi, episodi scioccanti avvenuti addirittura a match in corso: dal boxeur che, in confusione totale, tira cazzotti all'arbitro scambiato per avversario fino alla tragedia di un altro morto dopo aver subito una botta tremenda al mento. Altrettanto raccapriccianti sono le immagini del combattente in agonia che sferra pugni nel vuoto oppure di un altro che, dopo uno scambio, crolla al tappeto con gli occhi allucinati.

Eubank sa cosa gli può succedere quando è lassù ed è altrettanto consapevole che, nel lungo periodo, può pagare gli sforzi e le sollecitazioni delle sfide sul quadrato. Cosa può fare per difendersi? Alzare la guardia non basta, lo spiega nell'intervista ai Daily Mail in cui affronta anche questo argomento molto delicato. "Non voglio che questa situazioni peggiori, quindi faccio il possibile per limitare i danni. Faccio solo body sparring fuori dal ring perché ti mette in forma e ti permette ugualmente di calarti nella mentalità dei combattimenti, ma non prendo colpi alla testa".

Il britannico chiarisce anche un altro aspetto: come i problemi al cervello in realtà derivino "non dai match ma dagli allenamenti. È lì che vieni colpito continuamente. E questo lo paghi nel corso degli anni". Cosa può fare per ovviare a questa forma degenerativa? "Esercizi per cercare di aiutare a mantenere la funzionalità del mio cervello. Ho delle app sul mio telefono. Mi cimento in piccoli giochi per stimolare la mia mente. Il tuo cervello è come un muscolo, se lo alleni, lo usi, migliora".

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Next Gen è il soprannome di Eubank junior, in carriera è stato detentore del titolo mondiale IBO dei pesi supermedi e ha conquistato anche la corona WBA ad interim e quella britannica dei pesi medi. Quando appenderà i guantoni al chiodo? Per adesso non ha alcuna intenzione di farlo e dimostrerà ancora quanto vale il 12 ottobre contro Szeremeta. "Tra un mese vedremo a che punto sono – ha concluso -. Mi sento ancora forte, sono in forma, ho ancora fame e dentro di me quel fuoco che mi spinge ad allenarmi duramente in palestra".

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