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Esplode il sessismo nel surf: “Le donne non sono brave”, la reazione delle surfiste è diabolica

La decisione della Kirra Longboard Klassic, una delle competizioni più attese e seguite in Australia non è rimasta senza conseguenze. Si è deciso per una sola sessione, aperta, tra uomini e donne penalizzando ovviamente le surfiste. Che hanno risposto mettendo spalle al muro l’organizzazione, iscrivendosi in massa all’evento che non vedrà alcun uomo nella lista di partenza.
A cura di Alessio Pediglieri
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La 30enne danese Lucy Small, a capo della protesta per la difesa dei diritti delle donne nel mondo del surf d'elite
La 30enne danese Lucy Small, a capo della protesta per la difesa dei diritti delle donne nel mondo del surf d'elite

"Le donne nel surf non sono abbastanza brave". Una dichiarazione che ha scatenato la polemica nel mondo dei professionisti delle onde e che ha visto soprattutto una clamorosa reazione da parte delle surfiste, che ha messo in totale difficoltà gli organizzatori della gara "aperta", che avrebbe favorito ovviamente, gli uomini. È accaduto in Australia, in occasione della Kirra Longboard Klassic che si terrà il 29 luglio e che non prevedeva una competizione femminile.

A rilasciare la dichiarazione che è diventata letteralmente esplosiva è stato Sean McKeown, responsabile della competizione, tra le più attese e popolari d'Australia, che si terrà a fine luglio presso l'iconica Kirra Beach sulla Gold Coast, con un montepremi complessivo di quasi 6.000 euro. McKeown alla presentazione dell'evento ha spiazzato tutti presentando una sola sessione, "aperta" a uomini e donne, messi in competizione gli uni contro gli altri, senza prevedere due gare distinte maschili e femminili. E ciò ha scatenato una ondata di polemiche e la straordinaria ribellione da parte delle surfiste contro un atteggiamento definito senza mezzi termini retrogrado e sessista.

A prendere in mano la situazione contro la decisione dell'organizzazione della Kirra Longboard Klassic è stata Lucy Small, 30enne professionista che dal 2016 gareggia nelle principali gare internazionali e che già in passato era entrata in contrasto con il mondo maschilista del surf, in cui le donne era costantemente poste in secondo piano. In occasione del Curly MalJam Pro del 2021, quando proprio Small si impose nella competizione femminile, polemizzò sui montepremi messi a disposizione dall'organizzazione: solamente 1.800 euro per le donne, oltre 4.000 euro per gli uomini: "Questa è una vittoria agrodolce, perché è evidente che il nostro surf (femminile) vale meno della metà di quello degli uomini", aveva detto durante le interviste post premiazione.

Da allora, Small non si è più fermata, sia sulle onde sia lontano dalla tavola diventando punto di riferimento del surf femminile e dei suoi diritti e così, davanti alle parole e alle decisioni di McKeown e al rifiuto da parte degli sponsor della competizione di valutare la suddivisione equa di gare e montepremi, Small ha affrontato la situazione ancora una vota a testa alta e facendo scattare una clamorosa protesta: ha organizzato un gruppo Instagram di tutte le surfiste disponibili, chiedendo loro di candidarsi a tutti i 16 posti per la Kirra Longboard Klassic. E così, le iscrizioni sono arrivate in massa anche grazie alla compagnia di surf femminile Salt Gypsy che ha sponsorizzato tutte le quote di iscrizione di circa 300 euro l'una.

Dei sedici posti, 15 sono tati occupati dalle donne che hanno così monopolizzato l'evento che voleva essere essenzialmente rivolto a uomini d'élite. Invece, solamente un uomo ha occupato l'ultimo posto disponibile, ma anche in questo caso Small non si è tirata di certo indietro: Small lo ha contattato direttamente, gli ha spiegato la situazione  e lui ha deciso gentilmente di mettersi da parte. "Lo abbiamo subito aggiunto nella nostra chat di gruppo e ci ha inviato un messaggio dicendo che è con noi. Non vuole ostacolarci e si ritirerà. Quindi, ce l'abbiamo fatta!" ha spiegato Small, "quando hai una divisione mista come quella, le possibilità che ci sia anche un solo uomo rischia che sia lui a vincere i soldi in palio, quindi non era per nulla corretto".

E McKewon? Il responsabile dell'evento, pur spiazzato dalla reazione delle surfiste, ha provato in ogni modo a difendere la propria – difficile – posizione: "L'oggetto di questa particolare competizione resta il surf ad alte prestazioni e in generale le ragazze non sono particolarmente brave per potersi permettere una gara tutta loro" ha dichiarato ai microfoni di ABC Sport Australia. "Ce ne sono solo poche in Australia che sono davvero brave nelle alte prestazioni, per poter competere nella categoria d'élite. Non credo che sarebbe stato uno spettacolo altrettanto emozionante. La polemica di Small? Ha dirottato la questione su basi politiche e di puro interesse personale piuttosto che sulla base di un'effettiva capacità" ha poi concluso McKewon. "Se tornassi indietro nelle mie decisioni e ne facessi una semplice divisione maschile, senza possibilità di iscrizione delle donne, quale sarebbe stata la reazione finale?"

Una domanda che ovviamente non è rimasta senza risposte. E così, McKewon si è ritrovato improvvisamente isolato. Uno dei più famosi e amati commentatori di surf australiano, Terry Teece ha appoggiato la scelta delle ragazze, capendo perfettamente "perché erano arrabbiate per l'assenza di una divisione femminile". Parole che hanno scatenato sui social migliaia di commenti a favore dell'iniziativa di Small, per la parità dei sessi anche nel surf. "Sono anch'io qui per questo!" ha poi rilanciato Tommy Pierucki, stella del longboard maschile che ha appoggiato in tutto le ragazze. Tra cui Tati Guedes, una delle donne iscritte e che parteciperà all'evento, si è detta onorata di far parte di questa protesta per l'uguaglianza: "Sono così felice di far parte di una cosa meravigliosa. Come madre di due ragazze, sono così felice di lottare per il cambiamento e non importa cosa rischiamo: stavo raccontando alle mie ragazze questa storia con orgoglio. Sorellanza per una causa!! Questo è tutto!!! Noi siamo il cambiamento!!! C***o sì!".

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