Elisa Di Francisca, la donna che ha sempre deciso di testa sua (e ha sempre avuto ragione)
Poco più di un mese fa Elisa Di Francisca ci ha spiegato ancora una volta che gli atleti, che spesso noi vediamo semplicemente come delle macchine da esaltazione agonistica o come fantocci contro cui sfogarci, sono meravigliosi esseri fatti di carne e desideri. L’Olimpiade che salta, la prossima ancora in forse, l’età che avanza ed Elisa si è detta: “Sai che c’è, io mi regalo un altro tesoro inestimabile, un figlio”.
Dal momento in cui ha deciso di comunicare il fatto di essere di nuovo incinta e che avrebbe saltato le Olimpiadi, in Italia siamo riusciti a creare una discussione intorno a una questione che non ammetteva una controparte dialogante, c’era solo da essere felici. Per fortuna poi alcune voci sensate hanno subito bloccato ogni potenziale rimprovero.
La voglia di prendere le sue decisioni a Elisa Di Francisca, che oggi compie 38 anni, non è mai mancata. Fin dalla sua infanzia, quando da piccola decide di smetterla con la danza e cimentarsi nell’arte più che nello sport in cui eccellevano due sue concittadine, le jesine Valentina Vezzali e Giovanna Trillini. Sotto lo sguardo del Maestro Ezio Triccoli, figura romantica a dir poco e basti dire che ha imparato a tirare di scherma durante la prigionia nel campo di internamento di Zonderwater, si trova catapultata subito in un mondo in cui ci sono le due di cui sopra insieme a Giulio Tomassini e Stefano Cerioni. In pochissime parole, il meglio mondiale del fioretto ancora oggi senza ombra di dubbio.
Elisa con questi maestri e queste avversarie cresce in fretta e inizia a vincere nelle categorie giovanili. Poi va tra le grandi e tutta la qualità del fioretto azzurro non la fa correre come altre della sua età. Avere di fronte, anche nell’eventuale torneo cittadino, due come Valentina Vezzali e Giovanni Trillini non è così semplice e un percorso di crescita più lento del previsto le fa saltare le Olimpiadi di Pechino nel 2008, dove le altre due jesine vincono il bronzo nella prova a squadre insieme a Margherita Granbassi e Ilaria Salvatori.
Ma Elisa ha un’altra sua e solo sua idea: Londra 2012 deve essere la mia Olimpiade. Ci si mette di buzzo buono già due anni prima, iniziando a vincere prima di tutto il campionato italiano contro la Vezzali, il limen necessario da superare per diventare grande e poi il bronzo agli Europei e l’oro ai Mondiali di Parigi, vincendo poi la Coppa del Mondo nel 2011.
A Londra va e decide che non la potrà fermare nulla. Nella gara individuale spazza subito via atlete di talento, come la tedesca Golubytskyi, la giapponese Sugawara e per una stoccata la sudcoreana Nam, ma in finale ha l’ostacolo più duro, il nuovo astro nascente del fioretto femminile italiano, Arianna Errigo. Sarà una finale a dir poco epocale anche per il futuro della disciplina e vincerà la jesina al minuto supplementare. Le tre poi, insieme a Ilaria Salvatori, passeggeranno nella prova a squadra in cui vinceranno le tre sfide contro Gran Bretagna, Francia e Russia con questi parziali: 42-14, 45-22, 45-31.
Elisa Di Francisca è la migliore fiorettista al mondo e non molla nel successivo quadriennio olimpico. Vince un bronzo mondiale nell’individuale e tre ori a squadre, oltre a tre ori europei nell’individuale e tre ori europei nella prova a squadre. Per una folle turnazione, il fioretto femminile a squadre però non ci sarà a Rio ed Elisa può competere solo per la gara individuale. Il mondo da quattro anni a questa parte però è cambiato. Cerioni è andato in Russia e ha insegnato quelle due-tre cose che hanno messo proprio le russe al centro del giardino. Sia Aida Shanayeva che Inna Deriglazova volano in semifinale e noi restiamo solo con Elisa, che supera la tunisina Inès Boubakri. In finale contro la Deriglazova un’altra gara al cardiopalma, ma questa volta Elisa perde per una sola stoccata, 12-11. È argento, ma riconfermarsi a questi livelli dopo quattro anni è diventato sempre più difficile.
Da lì in poi sceglie ancora una volta di testa sua. Tutti le dicono di provarci ancora, con tutta la furia che aveva messo negli altri due quadrienni, ma lei decide di guardare verso altri mondi, come quello dello spettacolo, ma anche quello del volontariato e del giornalismo sportivo. Le restava una cosa da fare: battere la Deriglazova per vendicare Rio e lo fa agli Europei di Dusseldorf 2019, quando vince ancora una volta l’oro continentale.
L’ultima decisione è quella di avere un altro figlio dopo Ettore, nato nel 2017. Se vediamo i precedenti e tutte le sue scelte durante la vita, non può che essere la decisione giusta.