È morto dopo una lunga malattia il papà di Bolt, spinse Usain ad abbandonare il cricket per l’atletica

Il padre di Usain Bolt, Wellesley è morto all'età di 68 anni dopo aver combattuto a lungo contro una terribile malattia. Aveva supervisionato il figlio durante tutto il corso della sta straordinaria carriera, costellata da primati e record mondiali che ancor oggi campeggiano nel firmamento della velocità sui 100 e 200 metri piani. Fu lui a spingere Usain da bambino a lasciare il suo primo amore, il cricket, per provare a cimentarsi nell'atletica. Fu sempre presente sugli spalti a tifare "Lighiting", il fulmine giamaicano tranne una volta: quando a Pechino si prese l'oro sui 100 metri col nuovo record del mondo.
Se oggi l'atletica e lo sport in generale possono annoverare nel Gotha dei fenomeni assoluti anche il nome di Usain Bolt, molto lo si deve a papà Wellesley che ha sempre creduto nel figlio e nelle sue capacità di sfondare nel mondo della velocità. Fu lui, non a caso, a dare il là a quella che sarebbe diventata la carriera leggendaria di uno dei più forti corridori mai visti, capace di mietere record e conservarli ancor oggi, a distanza di quasi due decenni. Fu considerato la "forza silenziosa" dietro ai successi di Usain, insieme alla moglie Jennifer.
Il legame di Usain con papà Wellesley e mamma Jennifer
Wellesley era stata una figura molto rispettata nella comunità di Sherwood Content a Trelawny, dove nacque Usain, sulla costa settentrionale della Giamaica, dove gestiva un piccolo negozio di alimentari, tenuto in piedi fino al 2017. Fu in quel tranquillo distretto rurale che ebbe inizio lo stupefacente viaggio nello sprint dell'uomo più veloce della terra, sempre assistito dai genitori con cui nel corso del tempo aveva stretto un legame fortissimo, con papà e mamma che hanno sempre accompagnato e assistito Usain nel corso delle sue gare.

Le Olimpiadi di Pechino 2008, l'unica gara senza Wellesley sugli spalti
Unico "neo" fu a Pechino, Olimpiadi 2008, quando papà Wellesley non fu presente sugli spalti a celebrare la medaglia d'oro, con record, sui 100 metri. Per lui fu un momento di enorme pathos: "Non riuscivo a pensare di dover essere lì, vivevo quel momento con enorme pressione" racconterà più avanti papà Bolt. "Poi presi un volo per raggiungerlo prima dei 200 metri, ma la gara si disputò mentre io ero ancora in volo". Da quel giorno Wellesley e Jennifer non persero più una prova del figlio.
Il cordoglio di tutta la Giamaica: "Forza forte e silenziosa dietro ad uno dei nostri figli più grandi"
A confermare la notizia della scomparsa di Bolt senior sono stati i media giamaicani che ne hanno annunciato la morte avvenuta lunedì 31 marzo. Le autorità giamaicane si sono unite ai messaggi di cordoglio. "Mi unisco a tutti i giamaicani nell'esprimere le mie più sentite e sincere condoglianze a Usain Bolt, alla sua amata madre, la signora Jennifer Bolt, e all'intera famiglia Bolt, in seguito alla scomparsa del loro patriarca, il signor Wellesley Bolt", ha scritto sui social media il primo ministro della Giamaica, Andrew Holness. "Il signor Bolt era il padre di un'icona globale e una forza forte e silenziosa dietro uno dei figli più grandi della Giamaica. La sua presenza, il suo supporto e la sua guida hanno contribuito a plasmare un'eredità che continua a ispirare il mondo".
A fargli eco anche Olivia Grange, Ministro della cultura: "Offro le mie più sincere condoglianze a Jennifer, Usain e al resto della famiglia Bolt. Sarà un momento difficile, ma li incoraggio a trarre conforto dal ricordo di un padre molto buono".