Doping, le intercettazioni al dottor Michele Ferrari: “Nascondi le sostanze sotto terra”
"Occhio eh! Sai che questa è meglio non tenerla in casa, è reato penale. Non hai un altro posto? … L’importante è che non congeli, che non cada a meno dieci. Pensavo sotto terra, sotto le foglie, non so se hai una cantina o una legnaia, se hai una legnaia va bene…". Quello che avete letto è una delle conversazioni tra il dottor Michele Ferrari e gli atleti che seguiva. Nella fattispecie l'uomo coinvolto è Daniel Taschler, atleta di biathlon e agente della Forestale: a registrare i dialoghi – nei quali si parlava disinvoltamente anche di pratiche dopanti – sono state le microspie della Guardia di Finanza posizionate sul camper del medico, inibito dal Coni proprio per i suoi metodi illeciti.
Quello di Taschler non è che un esempio del "metodo Ferrari", stando a quanto ricostruito dalla Procura di Padova in quella che è considerata una delle principali inchieste sul doping in Italia. L'indagine è stata chiusa e il pubblico ministero nel dicembre scorso ha consegnato al Coni un'informativa di oltre 500 pagine che vede il coinvolgimento di 25 indagati. Il nome di spicco è quello di Michele Ferrari, sotto la cui cupola sarebbero finiti atleti in attività ed ex di moltissimi sport. Tra gli altri ci sono i ciclisti Michele Scarponi, Giovanni Visconti, Aleksandr Vinokourov e Moreno Argentin (campione del mondo nel 1986). I reati contestati a Ferrari (padre e figlio), al procuratore sportivo Raimondo Scimone, all’assicuratore Tommaso Sessa, al farmacista Luca Giorgini e a due cicloamatori c’è l’associazione per delinquere "finalizzata alla commissione di delitti di importazione dall’estero, commercio e uso di sostanze dopanti e di farmaci". Gli atleti accusati di doping sono – oltre a Scarponi, Vinokourov e Visconti – Yaroslav Popovyc, Diego Caccia, Volodymyr Bileka, Leonardo Bertagnolli, Davide De Angelis, Morris Possoni, Borut Bozic, Egor Silin, Francesco Tizza, Andrea Vaccher, Michele Maccanti, Francesco Benatti, Tommaso Sessa, Antonino Didone’, Marco Asnicar e Luca Giorgini.