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Desalu si commuove per i sacrifici della madre badante: “Finalmente posso sdebitarmi”

Fausto Desalu è uno dei campioni azzurri della 4×100 medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo. Una storia di grandi sacrifici e piena integrazione, con una madre che ha fatto anche da padre al ragazzo lombardo e tuttora fa la badante: “Adesso finalmente posso sdebitarmi perché se lo merita, quando sei piccolo alcune cose non le capisci”.
A cura di Paolo Fiorenza
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La storia di Eseosa Fostine Desalu – per tutti Fausto – è di quelle che scalda il cuore, oltre a dare lustro all'Italia con la meravigliosa medaglia d'oro vinta nella staffetta 4×100 assieme a Lorenzo Patta, Marcell Jacobs e Filippo Tortu. Il 27enne velocista azzurro è nato e cresciuto fino a 17 anni a Breda Cisoni, frazione di Sabbioneta vicino Mantova, ed oggi è residente a Casalmaggiore in provincia di Cremona. Le sue prime corse hanno avuto luogo proprio sul campo della parrocchia di Breda Cisoni, l'inizio di una vocazione per la velocità che è stata sempre più evidente: alle scuole medie a Sabbioneta a poi a ragioneria a Viadana vinceva ogni competizione, fino a diventare campione italiano nei 200 metri nel 2016. È stato l'inizio di un viaggio conclusosi nel passaggio del testimone d'oro a Tokyo.

Nato in Italia da genitori nigeriani, Desalu ha potuto ottenere la cittadinanza italiana solo al compimento dei 18 anni di età nel 2012 ed oggi spiega – con toni di grande rispetto – la sofferenza degli anni giovanili, in cui faceva risultati che non potevano essere annoverati negli almanacchi azzurri né poteva difendere i colori italiani nelle competizioni internazionali: "Purtroppo sì. Mi hanno insegnato sempre a rispettare le regole, che siano giuste o ingiuste, buone o cattive, e quindi anche se ci rimanevo male – perché comunque un ragazzino di 17-18 anni, che salta i Mondiali, salta gli Europei, quando magari può vincere delle medaglie, fare dei buoni piazzamenti, fa male – alla fine mi son sempre detto: queste sono le regole e le devo accettare, perché comunque in una società devi imparare, per convivere con gli altri, ad accettare le regole. Questa cosa mi dispiace, spero che possa cambiare qualcosa (si riferisce allo ius soli, ndr), perché comunque i sacrifici che facciamo noi atleti son tanti e veder sfumare queste occasioni… alla fine è come un treno, se lo perdi una volta, poi non è detto che tu riesca a riprenderlo".

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Ai microfoni del Corriere della Sera, Desalu si commuove quando gli dicono che sua madre non è potuta intervenire in diretta televisiva perché era al lavoro come badante in casa altrui: "Quando vedi un genitore da solo che fa tutti questi sacrifici (la madre lo ha cresciuto da solo, ndr) e tu che cerchi in tutti i modi di sdebitarti con il tuo genitore, è una roba veramente impagabile. Adesso finalmente posso sdebitarmi perché se lo merita, quando sei piccolo alcune cose non le capisci. Poi quando cominci a diventare grande ed entri nel mondo del lavoro, capisci i sacrifici che ha fatto e tutti i no che ti diceva. Non perché magari non ti voleva bene o per altro. Lo diceva perché c'erano altre priorità e ora le ho capite finalmente. Posso solo dirle grazie, perché mi ha insegnato comunque il valore del sacrificio, del lavoro duro e finalmente ho raggiunto un risultato importante grazie a questi valori".

Quanto al suo nome, l'oro olimpico non ha dubbi: "Mi hanno sempre chiamato tutti Fausto, anche mia mamma mi ha sempre chiamato Fausto, quindi per me il mio nome è Fausto. Da piccolo volevo fare tante cose, però poi quando ho visto che il mio dono era la corsa, mi sono detto: io voglio fare come questi grandi atleti, voglio arrivare sul podio, cantare l'inno di Mameli e fammi inquadrare con gli occhi lucidi". Fausto Desalu è un campione, come lo è la mamma. Lo sarebbe anche senza medaglia, così è ancora più bello.

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