In questi giorni un gradito regalo è giunto a tutti consiglieri comunali di Napoli, mittente: Aurelio De Laurentiis, presidente della Società Sportiva Calcio Napoli. Nel pacchetto c'era una maglia ufficiale del team azzurro. Non una a caso. "Quella" maglia. La casacca che ha fatto più discutere dall'inizio del campionato, l'ormai celebre (e piuttosto sfortunata) mimetica. La divisa ‘camouflage', personalizzata col cognome di ognuno dei 48 consiglieri dell'assise partenopea e l'immancabile numero 10, simbolico nella città che vide giocare Diego Armando Maradona. Nonostante alcune (per la verità piuttosto deboli) polemiche circa l'opportunità che un consigliere possa accettare o meno il regalo del capo di una società ‘in affari' col Comune – la Ssc Napoli ha una convenzione per la gestione dello stadio San Paolo che viene periodicamente discussa e approvata in Aula – Aurelio De Laurentiis nel corso degli anni non ha fatto mai mancare il suo dono sotto all'albero di ogni eletto. Una volta era la maglietta ufficiale del club, un'altra volta era l'invito al cinema per la prima del suo ‘cinepanettone'; un'altra ancora il libro fotografico con la storia del club azzurro. Insomma: il produttore cinematografico non si è mai sottratto al cadeau natalizio.
Stavolta, tuttavia, l'affare è curioso: come mai proprio quella maglia? La casacca del Napoli (nome tecnico “Camo Fight”) aveva incuriosito tifosi e addetti ai lavori sin da subito. Gettonatissima come regalo ai tifosi, imitatissima sulle bancarelle abusive, era rapidamente e misteriosamente scomparsa dalla dotazione degli azzurri in campo. Motivo? Una diatriba legale tra il club partenopeo e l'azienda produttrice di quel tipo di trama mimetica. Di fatto da mesi quella divisa è sparita, al suo posto c'è la maglietta color giallo canarino. De Laurentiis che sta facendo, quindi? Ricicla l'invenduto o semplicemente vuole regalare un pezzo da collezione, il "Gronchi rosa" della Serie A?