Daniele Scardina racconta chi c’è ancora per lui: “Sfera Ebbasta c’è sempre, Mahmood e Ghali no”
Daniele Scardina continua a lavorare senza risparmiarsi, così come faceva sul ring, per riprendersi più che può della sua vita precedente al 28 febbraio 2023, quando fu colpito da un'emorragia cerebrale. L'ex campione intercontinentale WBO dei super medi ha quella stessa motivazione potente che lo fece soprannominare King Toretto: oggi non è più per tirare pugni, ma per tornare a camminare e alzarsi dalla sedia a rotelle. "Alla fine ci riuscirò", dice convinto. Scardina sa che la strada è lunga, ma se c'è uno che può farcela è lui. Con l'aiuto e l'amore della madre Mariella, del fratello Giovanni e di tutti quelli che gli vogliono bene. Ai bei tempi, quando era sotto i riflettori anche fuori dal ring, Daniele era molto vicino alla scena rap italiana: dopo il grave problema di salute, non tutti hanno continuato a farsi sentire.
Daniele Scardina lancia un appello ai suoi vecchi amici: "Sarebbe bello tornare sul palco assieme"
Nell'intervista alla Gazzetta dello Sport gli chiedono se sente ancora Sfera Ebbasta, Guè Pequeno, Mahmood e Ghali: "Sfera è un amico, lui c'è sempre. Gué un po' meno, gli altri no. Sarebbe bello tornare su un palco con loro, magari al Forum qui vicino: ci vorrei senz'altro Sfera, magari Marcell Jacobs". Parlando di privato, è inevitabile toccare il capitolo Diletta Leotta: "È stato un amore vero, importante, ma di questo io non vorrei parlare".
La vita dell'ex campione di boxe oggi, l'obiettivo è uno solo: tornare a camminare
L'oggi del 32enne Scardina è lontanissimo da quella vita: "Ero più di un pugile, ero un personaggio. Di questo non è rimasto nulla: fa parte della mia vita, e non rimpiango né rinnego". Le sue giornate adesso sono scandite in tutt'altro modo: "Mi sveglio, do grazie al Signore, colazione, poi comincia la terapia con Ermes e Pietro, l'allenatore e il fisioterapista che sono stati sempre con me, anche quando combattevo. Mi riposo un po' e torno agli esercizi. Sto qui in casa. Due volte a settimana vado in ospedale, al San Raffaele. Mi manca ancora poter camminare, ma mi alzo, faccio già dei passi col deambulatore. Alla fine ci riuscirò".
Daniele è mosso da tanta fede e ha un progetto importante che sta portando avanti: "La fede è tutto, è entrata nella mia vita quando mi allenavo a Miami, mi portarono in una chiesa evangelista e fu come un colpo di fulmine. La Bibbia lo dice: ‘Conoscerai la verità e ti renderà libero'. Da cosa? Da tutte le schiavitù a cui siamo sottomessi. Qui a Rozzano (comune dell'hinterland di Milano dov'è nato e dove è tornato a vivere con la madre, ndr) sono stato un aiuto per i ragazzi bisognosi e vorrei ancora esserlo. È quasi pronta la mia palestra, si chiamerà Scardina Team Academy, ci sarà mio fratello e altri maestri mi daranno una mano, potrei riuscire a portarli lì. C'è tutto, mancano solo delle robe burocratiche".