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Daniele Scardina oggi: “Voglio tornare a vivere da solo non appena riuscirò a muovermi senza aiuti”

Il servizio di Le Iene mostra come sta e quali sono le condizioni dell’ex pugile: è un’altra persona dopo l’emorragia cerebrale, l’operazione al cervello e le difficoltà della riabilitazione “per tornare a una vita normale, a camminare da solo”.
A cura di Maurizio De Santis
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Il servizio de Le Iene mostra alcuni momenti del percorso di riabilitazione dell'ex pugile, King Toretto.
Il servizio de Le Iene mostra alcuni momenti del percorso di riabilitazione dell'ex pugile, King Toretto.

Daniele Scardina oggi è un uomo di 32 anni che non ce la fa a camminare, nemmeno a fare pochi passi da solo. E si impegna allo spasimo per tornare a farlo. Gli riescono difficili anche quei gesti che una persona "normale" ripete meccanicamente. King Toretto ha fatto i conti, suo malgrado, con la caducità della vita. È l'esempio più crudele di come fama, successo, fisico possente e pugno che può spaccare il mondo sono incredibilmente nulla di fronte a quell'attimo in cui la luce si spegne per una emorragia cerebrale. È la vita, bella e feroce.

Tutto è iniziato con un dolore all'orecchio e puoi nulla, nemmeno se sul ring hai meritato un nome di battaglia altisonante. "Vieni giù con me in doccia – chiese all'amico in quella sera in cui tutto è cambiato -. Mi fa male la testa… non ho più il controllo delle gambe… due minuti più tardi e sarei morto". Da brividi.

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Daniele Scardina, il malore e il coma: "Oggi non sogno più a occhi chiusi"

Un'emorragia cerebrale, secondo i medici provocata dalla lesione di due vasi per i tanti colpi presi al volto e alla testa, lo ha costretto a dieci mesi di ricovero dopo un'operazione al cervello molto delicata. L'ex pugile di Rozzano è rimasto sospeso tra la vita e la morte e – nel servizio realizzato da Le Iene – dice che "ricorda nulla di quel periodo" passato in quel limbo. "Ora non sogno più a occhi chiusi ma solo a occhi aperti. Sogno il mio futuro, di stare bene con la mia famiglia".

Quando ha riaperto gli occhi dopo un mese e mezzo di coma non era più il boxeur con un gancio micidiale e dalla guardia (quasi) impenetrabile, passato alla ribalta delle cronache (anche) per la sua relazione con Diletta Leotta, ma solo una persona qualunque, che ha rischiato di non esserci più e ora lotta per tornare alla normalità. "Voglio tornare a vivere da solo non appena riuscirò a muovermi senza aiuti".

La vita di Daniele Scardina oggi

È tornato a casa dopo quasi un anno trascorso in un letto d'ospedale e adesso è impegnato in un nuova sfida della sua vita: riappropriarsi dei gesti più comuni attraverso la riabilitazione che lo ha rimesso in piedi e gli ha restituito un'autonomia ancora parziale. Nel video mandato in onda su Italia 1 fa impressione vederlo seduto in sedia a rotelle, frenato da difficoltà motorie (lui che era scatenato sul palco di Ballando con le stelle), limitato dalle barriere architettoniche che rendono  impossibile anche solo entrare in ascensore oppure uscire dal palazzo. Lo aiutano a entrare in macchina e mormora: "Mi fa male tutto".

Per mangiare, seduto a tavola, usa la mano sinistra: quella destra ha bisogno ancora di rieducazione. E prima di consumare il pasto prega Dio perché può ancora farlo. "Non abbiamo mai perso la speranza – è la voce della madre -, nemmeno nei momenti più brutti". La Fede è tutto, si riverbera anche nelle canzone che King Toretto ascolta: "Dicono di non mollare mai. Io non l'ho mai fatto e mai lo farò".

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Accanto a Scardina ci sono le due figure che rappresentano un punto di riferimento nella sua vita. Sua madre, che è sempre stata tutto. "È un angelo. Nei momenti più difficili ha sempre tirato la parte migliore di me. Veniva con me agli incontri poi usciva subito perché aveva paura". King Toretto s'è trasferito nella sua stanza per agevolarlo negli spostamenti ma l'auspicio è che possa "tornare a vivere da solo non appena sarò capace di muovermi da solo, riprendere a camminare".

Finora ha fatto grandi progressi, li racconta suo fratello Giovanni: "Dovevi vederlo prima – spiega a Nicolò De Devitiis che ha condiviso parte della quotidianità di Scardina -. È arrivato a pesare 63 kg e aveva due tubi in gola. Ho avuto paura di perderlo di non vederlo più". Impressionante è il segno della ferita che s'intravede sull'addome e spunta tra i tatuaggi, all'altezza dell'ombelico. "Lo alimentavano da qua, non riuscivano a bucarlo per lo spessore degli addominali".

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