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Dal Tour a Rio 2016, Nibali cade: sfuma il sogno olimpico

Le speranza dell’Italia di conquistare medaglie nel ciclismo erano legate al campione siciliano. Tra discese ardite e risalite, il messinese era riuscito a tenere a bada inglesi e spagnoli ma a 13 km dal traguardo cade ed esce di scena sul più bello. Greg Van Avermaet è il nuovo campione dei Giochi.
A cura di Jvan Sica
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Nibali cade a 13 km dall'arrivo a Copacabana
Nibali cade a 13 km dall'arrivo a Copacabana

Mancano 13 km. In testa ci sono Nibali, Henao e Majka. Il siciliano guida il terzetto di battistrada e resiste agli attacchi. Sembra lanciato verso la conquista della prima medaglia d'oro olimpica per l'Italia, la 200sima nella storia degli azzurri. La malasorte, però, spezza il sogno sul più bello: Nibali sbanda e cade, assieme a lui ruzzola a terra anche il colombiano. Lui l'italiano sono doloranti, sono finiti a terra nella stessa curva in cui era finito a terra Porte. Il sogno iridato è un brutto risveglio dopo circa 237,4 km, oltre 4.000 metri di dislivello.

Majka è solo al comando ma è Greg Van Avermaet a diventare il nuovo campione olimpico di ciclismo su strada. A un chilometro dall'arrivo riprende il polacco, s'impone allo sprint sul danese Jakob Fuglsang (argento). Majka, stremato, chiude terzo col bronzo. Niente podio per l'Italia, Aru è solo sesto.

L'ordine di arrivo: 1. Greg Van Avermaet (Bel) 6h10'05"; 2. Jakob Fuglsang (Dan) +0.01; 3. Rafal Majka (Pol) +0.02; 4. Julian Alaphilippe (Fra) +0.15; 5. Joaquim Rodriguez (Spa) s.t.; 6. Fabio Aru (Ita) s.t.; 7. Louis Meintjes (Sfa) s.t.; 8. Andrey Zeits (Kaz) s.t.; 9. Tanel Kangert (Est) +1.47; 10. Rui Costa (Por) +2.20.

Un percorso durissimo

La prova di ciclismo maschile in linea di Rio de Janeiro 2016 risponde perfettamente a queste caratteristiche: una corsa di un giorno con un unico grande favorito è sempre il rebus più complicato che ci sia. Vincenzo Nibali si era letteralmente allenato al Tour de France appena concluso, basta ricordare come ha frenato, lui grande discesista, nella penultima tappa lungo il Col de Joux Plane. Non voleva mettere a rischio i Giochi. La gara in Brasile sembrava fatta per lui: prima si affronta il circuito Grumari, che ha due salite brevi (Grumari e Grota Funda) ma piuttosto impegnative (7% di pendenza media), poi si passa al circuito di Vista Chinesa, la cui salita è di 8 chilometri con una pendenza media del 5,8% ma con tratti che arrivano al 10%. E dalla cima poi c'era una discesa molto tecnica di 6 km che porta agli 11 chilometri in pianura finali verso Copacabana. Una corsa durissima perché le salite dovevano essere scalate più volte pesando sulle gambe.

Nibali in gara nella prova olimpica di Rio 2016
Nibali in gara nella prova olimpica di Rio 2016

Dal Tour de France al Brasile

Nibali ci arrivava al top (almeno così è la sensazione), aiutato da tre uomini di montagna, Aru, Caruso e Rosa, più De Marchi che aveva il compito di controllare le cose in pianura. Principale concorrente dell'Italia era prima di tutto la Spagna che aveva in Joaquim Rodriguez un altro ciclista che ha scelto il Tour per raggiungere il massimo della forma. Squadra più debole, quella iberica, ma un Alejandro Valverde quest’anno sempre presente su tutti i terreni. In seconda battuta c'era la Colombia, che schierava almeno tre corridori i quali non aspettavano altro che la strada s’impennasse: Esteban Chaves, Sergio Henao e Jarlinson Pantano (eccezionale al Tour).

La Gran Bretagna è uno squadrone, con Froome capitano e il fido Geraint Thomas. Ma il vincitore del Tour aveva ancora energie per tenere in pugno questa corsa o forse pensava la prova a cronometro? C’era comunque la maglia bianca del tour Adam Yates su cui puntare. Altro squadrone, soprattutto per quello che hanno dimostrato quest’anno è l’Olanda che schiera Tom Dumoulin, Steven Kruijswijk e Bauke Mollema (vincitore sabato scorso dei Paesi Baschi).

La Polonia aveva due “spiriti liberi” come Michał Kwiatkowski e Rafał Majka, capaci di tutto a seconda della forma, il Belgio un Greg van Avermaet atteso al riscatto dopo la rovinosa caduta al Giro delle Fiandre, l’Australia Richie Porte, dopo un Tour tutto all’attacco, la Francia Romain Bardet e il Portogallo l’eterno Rui Costa, campione del Mondo in Toscana nel 2013. Una corsa vera, difficile e che ha fatto sudare tanti anche sul divano… Tutto su Nibali, ancora una volta. La scommessa è stata persa ma l'orgoglio non è vinto.

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