Dal ring alla trincea, la storia dei fratelli Klitschko: “Combatteremo per il nostro Paese”
L'Ucraina è stata invasa dalla Russia. Kiev è sotto i bombardamenti. Vige la legge marziale e lo stato di mobilitazione generale è una chiamata alle armi per chiunque, cittadino di sesso maschile, sia in grado di imbracciare un fucile e sparare. La popolazione scappa ovunque trovi una via di fuga: chi può cerca di raggiungere con ogni mezzo il confine con la Polonia o la Slovacchia. Non c'è tempo, né tregua nello scenario di guerra scoppiato in quella zona cuscinetto d'Europa che nel risiko di Putin appartiene alla storia del suo Paese.
Vitali Klitschko, ex campione dei pesi massimi di pugilato, dal 2014 è il sindaco della capitale colpita a tappeto dai missili per spianare la strada alle colonne di mezzi corazzati diretti verso la città. Suo fratello, Wladimir, altro pezzo da novanta della boxe mondiale, è già arruolato come riservista nell'esercito ucraino. Iron fist (pugno di ferro) e Steel hammer (martello d'acciaio) erano i soprannomi che hanno accompagnato gli anni ruggenti della loro carriera costruita sui ring con la potenza e la tecnica dei cazzotti sferrati con potenza dirompente. Adesso combatteranno insieme per la patria in armi.
"Distruzione e morte si abbattono su di noi. Non possiamo stare fermi senza lottare. Non possiamo permettere tutto ciò", racconta Wladimir ai media mentre spiega che non mollerà d'un centimetro dinanzi all'invasore e per questo s'è arruolato nell'esercito di riservisti che, prima o poi, saranno sbattuti in prima linea a ingrossare le fila della milizia. "Siamo pronti a prendere le armi", gli fa eco Vitali che da politico e primo cittadino non può e non vuole tirarsi indietro in un momento del genere.
Non lo ha mai fatto sul quadrato, non lo farà oggi anche se rischia la vita, non gli basterà più tenere la guardia alta e poi attaccare con tutte le sue forze, non ci sono avversari da chiudere all'angolo. "Non ho altra scelta, combatterò", è il messaggio chiaro, semplice, diretto ai microfoni di Good Morning Britain dell'emittente ITV.
"La democrazia è un regime fragile – ha aggiunto suo fratello -. La democrazia non può difendersi da sola ma ha bisogno della volontà dei cittadini, dell'impegno di tutti. Consideriamo i russi come nostri fratelli e sappiamo che il popolo non vuole questa guerra sanguinosa". Elettricità, acqua, gas. Poco alla volta si sta spegnendo tutto. Silenzio e buio intorno, squarciati dal rumore dei cingoli che sferragliano, dal sibilo dei razzi, dal boato dei colpi.