Dal buio alla medaglia, il viaggio olimpico di Diana Bacosi nel segno di Ibrahimovic
Zlatan Ibrahinovic come fonte di ispirazione olimpica. La ‘forza' dello svedese è anche questa, di essere un campione – e un modello – trasversale nello sport, superando i confini del calcio e arrivando fino allo skeet, disciplina di tiro a volo. Tanto da ispirare Diana Bacosi, recente medaglia d'argento a Tokyo 2020, restando al vertice dopo l'oro che riuscì a conquistare a Rio 2016. Ma cosa c'entra Ibra con i piattelli da prendere al volo? Semplice, nel periodo più difficile della tiratrice azzurra, la lettura della biografia dello svedese è stata determinante per uscire dal tunnel e ritrovare la voglia e la gioia di gareggiare.
A svelarlo è stata la stessa atleta umbra subito dopo aver festeggiato il secondo posto olimpico nello skeet femminile, dietro alla sola inarrivabile statunitense English. A 38 anni e – probabilmente – alla sua ultima apparizione ai Giochi Olimpici, Diana Bacosi ha svelato uno dei segreti che le hanno permesso di tornare a livelli altissimi, a dimostrazione di una performance a Tokyo in cui pochi avrebbero creduto alla vigilia: "Ho letto i libri su Zlatan, ho visto la sua storia, mi piacerebbe conoscerlo e perché no, magari sparare a qualche piattello insieme".
Ibrahimovic, dunque, come fonte di ispirazione. Il campione svedese è arrivato a tanto: oltre ad essere oramai un'icona del calcio internazionale, beniamino dei tifosi della squadra per cui gioca, è anche un modello per altri atleti: "Non lo conosco" continua Diana "ma mi piacerebbe farlo. Anche se non mi intendo molto di calcio, mi ha interessato il suo carattere e la sua storia: mi piace il suo modo di porsi. Nella sua biografia ho riscoperto tanta vitalità, tanta energia, quelle sensazioni che sentivo di non avere più e che per uno sportivo sono tutto. Mi ha aiutato, mi ha fatto stare meglio ed oggi sono qui".