Daisy Osakue racconta cosa vuole dire essere vittima di racial profiling: “Non si basa sui fatti ma sui preconcetti”
Daisy Osakue, discobola della Nazionale italiana, è stata vittima di un bruttissimo episodio di razzismo in un negozio del centro a Torino e lo ha denunciato su Instagram con un video che è diventato virale nel giro di poche ore. L'atleta azzurra in un’intervista al Corriere della Sera ha raccontato che le dato fastidio "il preconcetto che nasce dalla diffidenza nei confronti della diversità. Il “racial profiling” resta diffuso; non si basa sui fatti ma sui preconcetti. Succede a me e anche a tantissimi ragazzini e ragazzine".
L'atleta azzurra ha parlato della sua paura: "Quando vado in un supermercato dove non mi conoscono, mi tolgo sempre lo zaino e lo lascio all’entrata perché so che può esserci sempre qualche “fenomeno” che pensa di fare il gradasso".
A volte, ha raccontato Osakue, di sentirsi gli occhi addosso quando va in locali pubblici: "Quando entri in un negozio e vieni seguita dalla sicurezza tra le corsie. Sono esperienze difficili da spiegare".
Osakue, l'episodio del 2018 e la denuncia di ieri: "Trattata come una ladra perché nera"
Daisy Osakue ha ricordato e minimizzato l’episodio del 2018, quando è stata colpita a un occhio da un uovo lanciato da alcuni ragazzi ("Quella era stata una bravata, non c’entra nulla; non voglio più ricordarlo, non collegate gli episodi"); ma su quanto accaduto nell'Apple Store di via Roma a Torino è stata molto dura: "Ho preso l’adattatore per il telefono e mentre scendevo al piano terra per altri acquisti sono stata bloccata da un addetto alla sicurezza che mi dice: ‘Devi pagare prima di andare via'. Non me l’aspettavo, mi sono spaventata. Così ho chiesto: ‘In che senso? Posso pagare sotto'. Lui ribadisce che devo pagare al piano superiore e mi indica dove andare; peccato fosse la zona ritiro dei prodotti ordinati".
L’episodio si è subito amplificato e in molti hanno assistito alla scena, "mi sono sentita umiliata, a disagio, piccola piccola. Così mi sono irritata: ‘Siamo seri, guardiamoci in faccia, hai bloccato me e non altri con cose in mano, perché?". Lui si è giustificato dicendo: ‘Sto facendo solo il mio lavoro'. E io: ‘Immagino perché mi abbia fermata ma ti faccio presente che stai facendo una figuraccia'". A quel punto Osakue ha mostrato il tesserino della Guardia di Finanza e gli ha detto: "Ti è andata male, gli ho detto, hai bloccato l’unico militare di colore e l’hai fermato perché credevi che stessi rubando. Non ha più detto niente".
La situazione si è risolta con un silenzio di qualche secondo e l'intervento di una dipendente della Apple che "ha confermato che avrei potuto pagare in entrambi i piani. Non è stato bello dover far vedere il tesserino per dimostrare che sono una brava persona; lo sono a prescindere, non solo perché sono un militare".