Cosa sta succedendo a Nike nello sport: perché è cominciata la fuga dei campioni
Come mai molti atleti stanno lasciando Nike? In tanti se lo stanno chiedendo ed è una tendenza che, ormai, va avanti da qualche mese. Cosa sta succedendo ad uno dei colossi dello sport mondiale? C'è un vero e proprio esodo di stelle e tutto a che fare con delle restrizioni finanziarie.
Prima di Natale il marchio americano ha rivelato che, come azienda, dovrà risparmiare 2 miliardi di dollari nei prossimi tre anni grazie a causa delle scarse vendite: la speranza è quella di "snellire l'organizzazione" e risparmiare denaro, ma Nike ha recentemente annunciato che il 2% della sua forza lavoro in tutto il mondo, che si ritiene sia di 83.000 persone, perderà il lavoro e molti dipendenti rischiano il licenziamento.
Un effetto a catena potrebbe ricadere anche nel mondo degli sportivi. Cosa vuol dire? Oltre agli atleti Nike for Life, come Cristiano Ronaldo, Michael Jordan, LeBron James e Kevin Durant, è probabile molti contratti di sponsorizzazione non verranno rinnovato presto.
Gli ultimi esempi sono quelli Kane, Casemiro e Grealish. Il capitano dell'Inghilterra ha iniziato a indossare scarpe nere la scorsa estate, poco prima del suo trasferimento al Bayern Monaco, e poi si è saputo della sua partnership con l'azienda di calzature americana Skechers, che stava facendo la sua prima vera incursione nel mercato delle scarpe da calcio. Casemiro è passato ad Adidas e Grealish si è accordato con la Puma.
Nike si sta concentrando maggiormente sul calcio femminile, un aspetto del calcio che ha dimostrato che la sua crescente popolarità produce più entrate: in base ad alcuni report l'accordo di 13 anni con Sam Kerr del Chelsea vale 1 milione di dollari all'anno e si avvicina ad una cifra molto simile anche Alexia Putellas, due volte Pallone d'Oro e centrocampista della Spagna e del Barcellona.
È chiaro che saranno inevitabili le ripercussioni dell'instabilità finanziaria di Nike sulla maggior parte degli sport: l'addio di atleti del calibro di Tiger Woods o Roger Federer, che sono diventati delle icone nei loro settori, non può essere superato in maniera semplice o trattato come una semplice ‘chiusura di una pagina'.
Secondi altre fonti consultate dal Daily Mail, però, gli addii di numerosi atleti non sono correlati ai tagli al budget e al personale, che sono stati in gran parte attribuiti all’aumento dei costi di produzione nel settore della vendita al dettaglio, ma fanno parte di un'azione di crescita ben precisa.
Ma bisogna fare un discorso che vada oltre i calciatori e tocchi anche altri sport: l'atletica, ad esempio, è uno sport che vede al centro la Nike e numerosi dirigenti hanno fatto capire che se ritirasse il suo sostegno alle loro stelle, il lato professionale di questo sport crollerebbe in una crisi importante.
Molti analisti si sono espressi in merito alle decisioni prese da Nike e hanno affermato che, ai loro occhi, l'annuncio è stato anticipato per sapere se le loro vendite, o le loro mancanze, fossero dovute al fatto che fossero diventate un marchio meno attraente o se i consumatori nel loro complesso stavano semplicemente spendendo meno.
Gli effetti a catena del pessimismo ostentato dal marchio, però, si sono notati subito, dato che una lunga serie di atleti ha dovuto riorganizzare i propri accordi in anticipo sui tempi previsti. Nei prossimi mesi, se ci saranno altri atleti che lasceranno Nike, capiremo la portata di questa situazione.