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Festival di Sanremo 2023

Cosa è successo tra Paola Egonu e la Nazionale: le offese razziste e la decisione di lasciare l’Italia

Paola Egonu protagonista al Festival di Sanremo: nella terza serata sarà co-conduttrice accanto ad Amadeus sul palco del Teatro Ariston. Oggi la 24enne campionessa italiana gioca in Turchia, un anno fa la decisione di lasciare la Nazionale dopo una vicenda che la segnò profondamente.
A cura di Maurizio De Santis
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Paola Egonu sarà sul palco dell'Ariston per la terza puntata del Festival di Sanremo condotto da Amadeus.
Paola Egonu sarà sul palco dell'Ariston per la terza puntata del Festival di Sanremo condotto da Amadeus.
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Nella terza serata del Festival di Sanremo 2023 la pallavolista azzurra, Paola Egonu, sarà al fianco di Amadeus nel ruolo di co-conduttrice: giovedì 9 febbraio dal palco del Teatro Ariston presenterà i cantanti in gara e gli ospiti che rientrano nella scaletta dell'evento canoro. La 24enne giocatrice veneta è andata via dall'Italia un anno fa dopo aver vestito per un triennio la casacca dell'Imoco di Conegliano.

La sua decisione di volare in Turchia (adesso gioca nel VakıfBank di Istanbul fece il paio anche con un'altra scelta di ben altro tenore sia per le motivazioni espresse sia per il polverone di polemiche sollevato da una vicenda di razzismo che la toccò personalmente.

Sull'argomento è tornata anche nella conferenza stampa del Festival dove, in relazione alle affermazioni di Matteo Salvini (al quale Amadeus aveva già risposto in maniera molto netta), ha voluto chiarire il proprio pensiero articolando la riflessione: "L'Italia è un Paese razzista, però sta migliorando – ha ammesso Egonu -. Non voglio sembrare polemica o fare la parte della vittima, ma dire semplicemente come stanno le cose".

La giocatrice di pallavolo in conferenza stampa, accanto a lei c'è Amadeus.
La giocatrice di pallavolo in conferenza stampa, accanto a lei c'è Amadeus.

Altro spunto di riflessione emerso nel dibattito con i giornalisti: l'opportunità o meno di avere un figlio in un mondo nel quale la tolleranza, il rispetto per le persone (a prescindere dal colore della pelle e del sesso) non sembrano avere alcun valore.

"Prima della pandemia, con la vicenda che ha incentivato il movimento Black lives matter, io e mia sorella eravamo preoccupate – ha aggiunto la campionessa azzurra – perché quella vittima avrebbe potuto essere mio fratello, mio figlio. Era una preoccupazione, non volevo dire che far nascere un bambino nero in Italia sia condannarlo all'infelicità. Io non sono infelice".

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Le offese razziste a Paola Egonu: "Mi hanno chiesto se sono italiana"

Dopo gli ultimi Mondiali di Volley e la conquista del bronzo con la Nazionale di coach Davide Mazzanti, ha lasciato la squadra azzurra in seguito a offese razziste, insulti e allusioni pesanti ricevute a corredo di quel trofeo. Il suo, però, non è stato un addio definitivo e a maggio prossimo – come spiegato dallo stesso ct – non è da escludere che possa cambiare idea e rientrare nel sestetto tricolore.

È lei stessa a ribadirlo quando, tra le domande che le vengono rivolte, è affrontato anche l'argomento Nazionale. Egonu non considera affatto il ritorno in Azzurro un capitolo chiuso ma, anche in questo caso, precisa: "Sto metabolizzando il tutto. Se ci fosse la possibilità sì, lo farei. Non ho mai abbandonato l'Italia, in questo momento ho scelto di giocare in Turchia per crescere e tornare qui".

La campionessa Azzurra non ha chiuso le porte a un ritorno in Nazionale.
La campionessa Azzurra non ha chiuso le porte a un ritorno in Nazionale.

Cosa era successo? Basta riavvolgere il nastro della sequenza videclip e tornare indietro di qualche mese. "Basta! Basta! Non puoi capire, è stancante. Mi hanno chiesto addirittura perché sono italiana". Lo sfogo e la lacrime della campionessa azzurra fecero il giro del mondo ed ebbero un impatto fortissimo a livello mediatico. Lo sfondo è sempre lo stesso, quel razzismo strisciante che viene fuori ogni volta che le ricordano di avere la pelle nera ed essere italiana solo sulla carta.

Gli insulti razzisti sui social dopo i mondiali

Nel corredo accessorio di critiche e insinuazioni velenose si aggiunsero anche gli sfotto' scagliati dal Brasile. Perché ce l'avevano con lei? Tutto nacque da una frase a caldo pronunciata dopo la sconfitta dell'Italia in semifinale contro i verde-oro. "Abbiamo commesso molti errori. Io ne ho fatti 20. Loro hanno giocato molto bene, ma molto del loro lavoro è stato un nostro regalo". Ecco perché sui social venne prese di mira dai sostenitori della Seleçao del volley: "Il suo vero errore è non essere nata in Brasile", fu il rimbrotto che accomunò lo stato d'animo di molti tifosi sudamericani.

Diverso, e ben più grave, il riflesso di certe affermazioni che la colpirono nell'animo. Ne parlò il presidente della FIPAV, Giuseppe Manfredi, che spiegò cosa era accaduto e narrò degli insulti rivolti a Egonu: "È stata una carognata unica da parte di qualcuno sui social. La ragazza ha ricevuto offese dopo la partita con il Brasile".

Le critiche da parte della stampa per gli errori commessi contro il Brasile

Egonu non si è mai nascosta né ha cercato attenuanti. Fu lei stessa ad ammettere con molta sportività di aver giocato sotto tono contro il Brasile e di aver commesso (lei come tutta la squadra) errori fatali, che hanno stoppato la qualificazione dell'Italia in finale sul più bello. Una sincerità che non l'ha preservata dalle critiche molto severe ricevute e altre ancora viziate da un pregiudizio strisciante nei suoi confronti. "Ci fanno male le parole scritte dai giornalisti in cui viene detto che non merito di indossare la maglia dell’Italia. Io la sogno questa maglia. Non dico basta ma perché dire basta vorrebbe dire dare ragione a loro".

La solidarietà di FederVolley e Palazzo Chigi

La profonda amarezza manifestata da Egonu fece molto rumore. La campionessa azzurra, però, non fu lasciata sola in quel marasma di voci e parole lanciate come pietre. A mostrarle solidarietà, oltre alla Federvolley, fu anche l'allora Presidente del Consiglio, Mario Draghi. Il capo del governo parlò al telefono con la giocatrice mostrandole affetto e vicinanza per quanto le era accaduto. "L'atleta azzurra è un orgoglio dello sport italiano – il messaggio condiviso sui social da Palazzo Chigi -, avrà future occasioni per vincere altri trofei indossando la maglia della Nazionale".

La solidarietà delle Istituzioni si aggiunse a quella dei vertici della pallavolo italiana. Il presidente, Giuseppe Manfredi, così commentò quello spiacevole episodio: "Ci tengo a ricordare che Paola ha passato diversi anni al Club Italia, poi ha fatto tutta la trafila delle nazionali giovanili azzurre e da diverse stagioni ci sta regalando grandi gioie con l’Italia seniores. Sono certo che sia legatissima alla maglia azzurra, ce l’ha cucita addosso. Abbiamo diversi mesi a disposizione per parlare con calma e confrontarci, lasciandole il tempo necessario per recuperare. Voglio infine sottolineare che la nostra disciplina si basa su uguaglianza e integrazione, valori da sempre difesi e promossi dalla Federazione Italiana Pallavolo".

Paola Egonu lascia l'Italia: "Mi serve una pausa dalla Nazionale"

Una pausa di riflessione, per schiarirsi le idee, lasciare che stress e rabbia svanissero, consegnare al tempo il compito di medicare tante cose. La decisione di Paolo Egonu di mettere nel cassetto la maglia della Nazionale non è stata definitiva ma solo la necessità personale di stare un po' lontana da caos per riflettere. "Devo recuperare mentalmente. Ho bisogno di ricordarmi quanto sono forte e quanto valgo. Nel nostro sport non abbiamo mai tempo di riprenderci mentalmente da quello che succede. Devo fare delle valutazioni a mente fredda ma per me questa maglia è un onore".

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