Cosa aspettarsi dall’Italia nel Sei Nazioni 2025, il torneo che ci dirà cosa siamo diventati
Inizia sabato 1° febbraio il Sei Nazioni forse più importante della nostra storia rugbistica. Il torneo che sta per cominciare può farci prendere due strade quasi opposte, da una parte una sorta di acquiescenza in una dimensione media, che può avere picchi così come sprofondi in quasi ogni partita che disputiamo, un’altra che ci porta in una nuova dimensione dove questa squadra può fare cose mai fatte prima. Il torneo del 2023 è stata una doccia fredda. Venivamo dalla vittoria nell’ultimo turno del Sei Nazioni 2022 in Galles grazie a una magnifica azione di Ange Capuozzo. Iniziammo a parlare di talenti e soprattutto di futuro, di una squadra in ascesa. L’anno successivo invece perdemmo tutte le partite, giocando anche bene le prime tre, ma perdendo malamente contro Galles e Scozia nelle ultime due.
Nel saliscendi in cui ci siamo spesso trovati seguendo la nostra Nazionale di rugby, il 2024 doveva essere all’opposto un torneo di briciole e dolori e invece facciamo il botto: le due partite finali proprio contro Scozia e Galles questa volta le vinciamo, ma prima abbiamo anche pareggiato con la Francia e perso di un solo punto contro l’Inghilterra. Era un Sei Nazioni post-Mondiale, è giusto sottolinearlo, ma al netto delle grandi squadre in fase di ricostruzione i nostri progressi si sono visti. Abbiamo ormai raggiunto il livello che una squadra deve avere nel Sei Nazioni, possiamo giocarcela con tutti (forse solo l’Irlanda per noi è ancora ingiocabile) pensa l’ottimista o chi crede nella nostra continuità. Ma noi siamo fortemente sorprendenti e non si sa mai come ci comporteremo nel prossimo mese di sfide.
Chi sono i convocati dell'Italia per il Sei Nazioni 2025
L’allenatore argentino, Gonzalo Quesada, ci ha dato molto e questo comunque conta. Ha dato dinamicità a un gioco troppo basato sugli avanti e ha liberato i cavalli della terza linea, la nostra energia pulita.
Tra i convocati di quest’anno i nomi ritornano, anche se siamo una squadra mediamente giovane, e c’è anche qualche bella sorpresa. Tra gli avanti titolarissimo è Danilo Fischetti, anche perché è assente per due giornate di squalifica Mirco Spagnolo, una maglia da tallonatore invece se la giocheranno Gianmarco Lucchesi e Giacomo Nicotera, con Simone Ferrari che dovrebbe completare il trio. Qui la bella sorpresa è Luca Rizzoli, classe 2002, che con le Zebre sta facendo gran belle cose.
La seconda linea è ormai collaudata, Niccolò Cannone e Federico Ruzza saranno titolari almeno nella prima partita contro la Scozia, con Dino Lamb e soprattutto Riccardo Favretto, anche lui in spolvero ma con la Benetton, a subentrare o far rifiatare i due nelle altre partite. L’energia la squadra la prende da una terza linea di grande livello, formata da Lorenzo Cannone, Michele Lamaro e Sebastian Negri, con i possibili innesti di Izekor, Vintcent e Zuliani.
A loro chiediamo placcaggi, difesa strenua a terra e di creare i buchi offensivi dove poi far giocare i centri. Sulle loro spalle c’è il peso dell’intero torneo. Se la terza linea è una garanzia, i mediani sono ormai per noi un enorme punto interrogativo. Come mediani di mischia Alessandro Garbisi, Martin Page-Relo e Stephen Varney sono giocatori molto diversi ma tutti e tre ondivaghi. Allo stesso modo in posizione di mediano di apertura Tommaso Allan e Paolo Garbisi hanno momenti di classe estrema e altri in cui dimostrano difficoltà.
Il nome nuovo per la mediana è quello di Leonardo Marin, altro 2002 della Benetton, che può fare un salto di livello durante questo torneo. La coppia Meloncello-Brex è difficile da scalzare per le posizioni di trequarti (attenzione però alle prestazioni di Giulio Bertaccini) mentre per il triangolo allargato bisogna trovare un posto per Ange Capuozzo, all’ala o meglio ancora come estremo, mentre sulle ali Monty Ioane e Jacopo Trulla sono una fiche da giocarsi subito, anche se Matt Gallagher potrebbe sparigliare le carte e giocare titolare.
Il calendario dell'Italia al Sei Nazioni 2025
Siamo una squadra completa, ma il Sei Nazioni lo fa anche il calendario. In casa avremo una sfida quasi impossibile contro l’Irlanda, che si predispone a vincere il suo terzo Sei Nazioni di fila molto probabilmente senza grandi patemi (avrà la Francia, la sfida più dura, in casa l’8 marzo). Altra squadra da affrontare in casa è la seconda favorita per i pronostici, la Francia appunto, che riavrà Antoine Dupont, miglior giocatore del torneo nel 2022 e 2023, in pausa lo scorso anno per vincere l’oro olimpico nel Rugby a sette. Ritorna anche il mediano di apertura Romain Ntamack ed è su di loro che bisogna puntare per giocarsela.
La terza partita casalinga è più alla portata contro un Galles che continua con la sua opera di ricostruzione e “vincitore” del cucchiaio di legno nello scorso anno. E’ una squadra che però sa tirare fuori il meglio di sé quando conta, come dimostrano i quarti di finale raggiunti agli ultimi Mondiali. Poi le due trasferte. La seconda sarà a Twickenham contro un’Inghilterra difficile da interpretare anche per i tanti infortuni che ha patito mentre per la prima, nell’esordio del nuovo torneo, andremo al Murrayfield Stadium di Edimburgo per sfidare la Scozia.
Gli scozzesi scenderanno in campo senza il loro capitano, Sione Tuipulotu, perso per infortunio, ma la squadra titolare somma più di 700 caps e questo conta davvero tanto.
Allacciamoci le cinture e seguiamo con attenzione questa Italia ormai matura per dirci quale è il suo livello e dove possiamo pensare di vederla nei prossimi anni.