Conor McGregor commenta Tyson vs Paul con un messaggio orribile: quando lo cancella è troppo tardi
Conor McGregor ha scritto un messaggio tanto orribile quanto disgustoso e lo ha condiviso sui social, salvo cancellarlo poco dopo per la reazione estremamente negativa provocata da quelle parole assurde. Lo ha fatto per commentare l'incontro di boxe che Jake Paul ha vinto contro Mike Tyson apparso l'ombra di un tempo, in palese difficoltà per le condizioni fisiche precarie e per una forma che a 58 anni (ben 31 in più rispetto all'avversario) non poteva essere all'altezza della situazione nonostante i grandi sforzi compiuti in fase di preparazione ferrea.
Quale era la frase contenuta nel post dello scandalo? "Stanno tenendo d'occhio Prichard Colon come prossimo avversario", un'affermazione molto grave perché la persona citata è un ex pugile che nel 2015, in seguito a una serie di colpi ricevuti alla nuca in un incontro sul ring (contro Terrel Williams), cadde in coma e vi restò per 221 giorni a causa di un'emorragia cerebrale. Le lesioni riportate lo hanno lasciato a lungo in uno stato vegetativo e oggi, a 32 anni, sopravvive a se stesso e a un corpo che non risponde più ai suoi impulsi: i video mostrati dai familiari sono tremendi e descrivono la cruda realtà della tragica quotidianità nella quale versa l'ex boxeur.
Cosa voleva dire veramente McGregor? Con quel commento completamente sbagliato, volgare, forse alludeva ad altro, ma s'è spiegato nella maniera peggiore e più indelicata possibile. Con ogni probabilità, voleva fare riferimento a Jake Paul e al suo bilancio di 11-1 sul quadrato: l'ex YouTuber, che ha abbracciato la noble art da poco tempo, è stato spesso accusato nel corso della carriera di aver scelto avversari non del tutto competitivi, contro i quali sapeva d'avere maggiori opportunità di vittoria.
Tra questi c'è anche l'ex campione mondiale dei pesi massimi che è apparso poco "iron": non c'erano velocità né più acciaio nei suoi guantoni, che mordeva ripetutamente come segno di nervosismo, e nemmeno nelle sue braccia. La stessa fasciatura vistosa al ginocchio destro e, più in generale, una mobilità sulle gambe (come si dice in gergo) ridotta, inficiata dall'età e dagli acciacchi sono stati la riprova tangibile che Tyson, ritiratosi ufficialmente nel 2005, non sarebbe mai stato capace di affrontare un combattimento vero, reale, brutale come quelli di un tempo.
I fischi dei 70 mila spettatori accorsi all'AT&T Stadium in Texas per l'evento sono stati cornice rumorosa di un duello che per molti era già scritto (a causa della cosiddetta clausola antiviolenza): hanno scandito quel confronto farsa, da più parti definito uno spettacolo da baraccone, durato poco più di un quarto d'ora e per il quale i contendenti hanno messo in tasca guadagni milionari. Non sono stati gli unici a restare delusi, nel novero degli scontenti è finito anche il pubblico da casa che s'era collegato a Neflix per assistere alla sfida e ha sbottato per la trasmissione che s'è interrotta per i problemi dello streaming. Gli unici a finire ko sono stati loro, gli appassionati presenti nel palazzetto e quelli in poltrona.