“Con Tortu non ci siamo incontrati”: c’era un’ombra sulla staffetta, ma il CT fa la mossa vincente
Con quello di Massimo Stano nei 20 km di marcia, sono tre gli ori vinti dagli azzurri nell'atletica leggera alle Olimpiadi di Tokyo: dopo Jacobs nei 100 metri e Tamberi nell'alto, lo sport olimpico per eccellenza sorride all'Italia come era accaduto due sole altre volte nella storia (3 ori erano arrivati anche a Mosca '80 e Los Angeles '84). E non è finita qui, visto che la staffetta 4×100 stanotte si è qualificata per la finale che si disputerà domani: Lorenzo Patta, Marcell Jacobs, Eseosa Desalu e Filippo Tortu – in rigoroso ordine di frazione – hanno stampato uno strepitoso 37"95, nuovo record italiano e quarto tempo tra le formazioni finaliste.
Davanti agli azzurri ci sono Giamaica, Cina e Canada, ma il distacco è talmente piccolo da non poter escludere un'altra gioia per i velocisti italiani, che in batteria sono andati in sicurezza nei cambi per non rischiare nulla. Insomma una medaglia potrebbe arrivare anche in staffetta, ennesimo capolavoro del Direttore Tecnico dell'atletica leggera Antonio La Torre, le cui Olimpiadi finora sono da sogno. Quanto ci sia del 64enne tecnico pugliese nei nostri successi, lo dimostra la compattezza del quartetto azzurro, frutto di tantissimi allenamenti e di un affiatamento che non si costruisce dall'oggi al domani.
Spesso si è assistito a disastri compiuti da staffette composte da velocisti fortissimi presi singolarmente, che tuttavia al momento del fare squadra hanno lasciato cadere il testimone. Ma anche semplicemente passarselo bene non è scontato, se i meccanismi non sono oliatissimi: l'eliminazione clamorosa degli Stati Uniti dalla finale di queste Olimpiadi è l'esempio migliore, alla luce della presenza di gente come Bromell, Baker e Kerley (argento nei 100 metri).
La foto del quartetto italiano all'arrivo è il manifesto migliore di cosa significhi affiatamento in pista ma anche fuori. Tuttavia una frase pronunciata da Marcell Jacobs un paio di giorni dopo il trionfo nei 100 metri era apparsa un po' strana: "Se ho parlato con Tortu dopo domenica? Non ho avuto modo d'incontrarlo, ma dobbiamo preparare al meglio la staffetta". Possibile che l'altro alfiere della velocità azzurra non avesse avuto modo di complimentarsi ancora con l'amico e collega dopo un'impresa così leggendaria? Nei video postati sui social si era visto Jacobs incontrare praticamente chiunque a Casa Italia nelle ore successive alla vittoria, e non soltanto i componenti della squadra di atletica leggera.
Forse la comprensibile delusione per essere rimasto fuori dalla finale ha allontanato un po' Tortu – che fino a pochi mesi fa era avanti a Jacobs nei tempi e nella considerazione internazionale – dai grandi festeggiamenti dei giorni immediatamente seguenti alla finale. Giorni nei quali il 23enne milanese ha dovuto anche incassare il ‘suggerimento' al CT azzurro affinché invertisse le frazioni dei due rettilinei, piazzando Jacobs nella quarta e decisiva frazione, con Tortu in seconda, alla luce della mostruosa velocità lanciata fatta segnare dal velocista di Desenzano nella finale dei 100. Ed invece La Torre in semifinale non ha toccato nulla, lasciando a Tortu l'onere e l'onore di portare la staffetta azzurra al traguardo, ed auspicabilmente anche a medaglia nella finale di domani: una mossa vincente.
Il concetto di squadra peraltro torna nelle parole pronunciate da Tortu all'arrivo: "Sapevamo di poter entrare in finale ed eravamo qui per questo, era giusto non porsi dei limiti e non l'abbiamo fatto. I cambi sono stati leggermente in sicurezza, perché volevamo prima di tutto arrivare al traguardo. Adesso dobbiamo soltanto pensare a recuperare il più velocemente possibile, oggi è stato veramente faticoso, sia il riscaldamento, sia la gara stessa, per il troppo caldo. Ora siamo tra i migliori, pronti a giocarcela. Voglio ringraziare anche gli altri staffettisti che sono qui, Davide Manenti, Antonio Infantino e Wanderson Polanco, ma anche Federico Cattaneo e Roberto Rigali che non sono a Tokyo ma che ci hanno accompagnato in questi anni".
Concetti riecheggiati da Jacobs: "Sono molto contento, perché siamo entrati in pista con un grande spirito di squadra. Questa gara si corre tutti e quattro assieme e siamo riusciti a raggiungere un obiettivo importante che ci siamo prefissati da anni. Qui conta tutta la squadra, bisogna portare il testimone in fondo, abbiamo visto cos'è successo al Sudafrica che poteva essere una squadra dura ma che non ha terminato la gara. Davo una medaglia quasi sicura agli Stati Uniti che però sono fuori. Noi domani ci proviamo…". Da squadra, per festeggiare stavolta tutti assieme.