Come sta oggi Zanardi dopo l’incidente di un anno fa: “Mai persa la speranza”
È seduto e muove le braccia. A un anno da quel maledetto incidente del 19 giugno 2020 per raccontare come sta oggi Alex Zanardi, capire quali sono le sue condizioni, basta ascoltare le parole della famiglia che gli è rimasta accanto in tutto questo tempo. Discrezione, riserbo e massimo rispetto della privacy fanno parte – com'è giusto che sia – del corredo accessorio di speranza, fiducia e preoccupazione nei confronti del campione bolognese che si trova attualmente ricoverato nell’ospedale di Vicenza, nell’Unità di Recupero e riabilitazione funzionale.
Le condizioni a un anno dall'incidente
Qualche miglioramento c'è ma è come vedere la luce in fondo al tunnel. Il percorso resta ancora molto lungo e incerto ma non lo affronta da solo: lo accompagnano la moglie Daniela e il figlio Nicolò, che fanno da spola tra Noventa Padovana (dove vivono dal 2005) e il nosocomio. "Non ci sono novità né grandi cambiamenti. Siamo anche un po’ stressati per questo – ha ammesso il ragazzo nell'intervista a Repubblica -. Noi non perdiamo le speranze, la fibra è buona".
Dopo aver subito dieci interventi e cambiato ben cinque strutture è ancora lì, a non mollare mai dopo essersi schiantato con l'handbike contro un camion sulla Statale tra Pienza e Siena, durante un evento sportivo. È stato sempre il tratto caratteristico della sua carriera e della sua vita, anche quando la vita lo ha messo di fronte a prove durissime. "Quando mi sono risvegliato senza gambe ho guardato la metà che era rimasta, non la metà che era andata persa", raccontò l'ex pilota di Formula 1 dopo l'amputazione degli arti inferiori in seguito alla carambola in auto nel 2001. E adesso ripete a se stesso quel che lo ha spinto oltre ogni limite, oltre quei "cinque secondi" che servono per tener duro "perché è lì che gli altri non ce la fanno più".
Il documentario sulla staffetta
A fine giugno sarà presentato il documentario dedicato alla staffetta che ripartirà il 4 luglio e coinvolgerà circa 70 atleti paralimpici. Una data simbolo, che lo stesso Zanardi ha scolpita dentro di sé e fa riferimento a un altro momento molto toccante della sua vita. "Quando avevo visto il film Nato il quattro luglio con Tom Cruise su una sedia a rotelle ricordo che pensai: Se capita a me mi ammazzo. Invece ho conosciuto tante persone capaci di reagire a queste avversità".
A che punto è l'inchiesta
Il gip di Siena si è riservato la decisione rispetto alla richiesta della Procura sull'archiviazione delle accuse per lesioni colpose nei confronti dell'unico indagato: l'autista del camion, Marco Ciacci. La famiglia dell’ex pilota si è opposta e ha chiesto una nuova perizia sulla dinamica dell’incidente.