Come arriva Marcell Jacobs ai Mondiali di Eugene dopo mesi burrascosi da campione olimpico
È arrivata l’ora della verità per Marcell Jacobs. L'atleta italiano, campione olimpico nei 100 metri, sarà in pista ai Mondiali di Eugene. Il grande appuntamento è arrivato, serve capire a che punto è l'atleta bresciano dopo una preparazione a dir poco burrascosa.
Tutto inizia il 7 maggio. Jacobs insieme al suo allenatore Camossi avevano in mente di avvicinarsi ai Mondiali gareggiando prima a Savona e poi almeno in tre meeting di Diamond League, con le tappe di Roma e Oslo sicure. Si decide però di forzare i tempi, la pista e le condizioni in cui si gareggia a Nairobi, in Kenya a 1800 metri sul livello del mare, sono davvero eccezionali, ce ne siamo accorti tutti durante i Mondiali under 20 dello scorso anno. Si può fare subito un grande tempo, addirittura avvicinare il personale e anche sfidare Kerley e Omanyala.
Jacobs arriva a Nairobi, grandi feste e ricevimenti per il campione olimpico, ma dopo poco si ritrova al Pronto soccorso del Ruaraka Uhai Neema Hospital per una brutta gastroenterite. Si parla di una cosa da nulla, ma al ritorno in Italia Jacobs racconta di aver passato momenti davvero brutti. Niente Kenya e si ritorna al programma iniziale. Si riparte da Savona, sulla pista e nel meeting che un anno fa lo ha messo sulla strada che lo ha portato all’oro di Tokyo. Corre una batteria da 9’’99 ventosa e una finale senza forzare in 10’’04. Non siamo sui tempi dei migliori al mondo quest’anno, ma è un discreto inizio.
Il vero obiettivo a quel punto è fare bene a Roma, dove è la stella più lucente del Golden Gala. Tutti guardano Marcell durante la presentazione e lui si dice pronto per la grande serata romana. Dopo poco va all’Istituto di Scienza dello sport perché sente un fastidio alla gamba sinistra. La diagnosi è netta: distrazione-elongazione di primo grado al bicipite femorale della gamba sinistra. Viaggio-lampo in Kenya, gastroenterite forte e forzatura per essere pronto a Savona hanno creato il loro miscuglio. Dovrà saltare, con grande amarezza la gara dove tutti lo aspettavano. Per forza di cose deve saltare anche la tappa di Diamond League di Oslo e il nuovo target diventa essere decenti a Rieti per gli Assoluti e spingere un po’ di più sull’acceleratore per sfidare i grandi al meeting di Stoccolma del 30 giugno. Agli Assoluti due prove senza squilli: 10’’17 in batteria e 10’’12 in finale con vento contrario e una discreta difficoltà nel mettersi in moto dopo la prima parte. Si va in Svezia, solita conferenza stampa con Jacobs protagonista e poi altra doccia fredda: nuovo fastidio all’altezza del gluteo e fermata precauzionale. Non ha senso forzare adesso, a poche settimane dai Mondiali.
Eccoli i Mondiali. La mitica Hayward Field di Eugene è pronta e ora faranno tutti sul serio. In realtà questa stagione era partita in maniera trionfale per Marcell Jacobs. Ha già vinto un oro mondiale, nella specialità in cui non è nemmeno il netto favorito. Ai Mondiali indoor di Belgrado è riuscito a stampare un favoloso 6’’41, record europeo dei 60 metri, superando due specialisti come Christian Coleman e Marvin Bracy. L’idea era fare doppietta mondiale e, perché no, prepararsi per il tris con l’Europeo agostano a Monaco di Baviera.
Purtroppo una storia stramba di infortuni e ricadute lo ha frenato e adesso è più la speranza a muoverlo, la ragione direbbe altro. Non solo Jacobs non ha praticamente corso sui 100, mentre altri hanno gareggiato tanto. La questione è che hanno gareggiato anche bene. Le prime quattro prestazioni stagionali sono state realizzate proprio sulla pista dell’Hayward Field, tre da parte di Fred Kerley con un 9’’76 e un 9’’77 ai Trials che mostrano una regolarità disarmante per chi diventa il grande favorito dei 100. Insieme a lui il 9’’81 di Trayvon Brommel, il 9’’85 di Ferdinand Omanyala, proprio nella gara di Nairobi a cui voleva partecipare Jacobs e un altro 9’’85 di Marvin Bracy, che completa il terzetto di americani presenti al via a Eugene (a cui aggiungere Christian Coleman che ha la wild card da campione del mondo uscente) e si è rivisto anche il giamaicano Yohan Blake, con un altro 9’’85 corso a Kingston.
Insomma gli avversari sono tanti, forti e gli americani vogliono subito riprendersi quello che Jacobs gli ha strappato a Tokyo un anno fa, oltretutto gareggiando in casa. La sfida per Marcell è davvero difficilissima, ma se c’è uno che può pensare di realizzare l’impossibile, quello è proprio lui.