Claudia Mancinelli: “Nella ginnastica serve dedizione, non rigidità. Sofia si è rimessa in gioco”

Con la conquista della medaglia di bronzo nella finale al cerchio della prova di Coppa del Mondo di ritmica in Bulgaria, Sofia Raffaeli si riconferma tra le protagoniste del panorama internazionale della ginnastica ritmica. A guidarla l'inseparabile Claudia Mancinelli, l'allenatrice divenuta famosa per il celebre ricorso contro i giudici, trasmesso in diretta mondiale, che fu decisivo per far vincere a Sofia Raffaeli la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Parigi. Rimettersi in gioco subito dopo quell'esperienza così forte, decidendo di partecipare alla prima tappa di Coppa del Mondo di ritmica in Bulgaria, non è stata una scelta da poco: "La World Cup è stata la prima gara veramente importante – spiega Claudia Mancinelli a Fanpage.it – sicuramente non è facile per un'atleta rimettersi in pista dopo aver vissuto tutto il percorso preolimpico e olimpico". In effetti Sofia Raffaeli è stata l'unica atleta, tra le top 5 di Parigi, ad essersi presentarsi alla prima della Coppa del Mondo.

Un buon punto di partenza per farsi trovare pronte in vista delle prossime competizioni. All'orizzonte, infatti, ci sono i campionati europei a giugno e i mondiali a Rio de Janeiro ad agosto: "Ritrovare il patos, l'equilibrio e gli obbiettivi sapendo che mancano ancora 4 anni alle prossime Olimpiadi è qualcosa che va costruito a piccoli passi. È stato anche molto bello per i nostri sostenitori vedere Sofia riuscire a rimettersi in gioco così velocemente".
Dopo le Olimpiadi, Sofia e Claudia sono diventate due celebrità.
Da allora il pubblico le segue e le acclama ovunque. Se da un lato il sostegno del pubblico rappresenta senza dubbio una marcia in più per la giovane atleta di Chiaravalle, 21 anni compiuti a gennaio, dall'altro ti mette nelle condizioni di dover fare bene per non tradire le aspettative, per restituire parte di tutto quell'amore incondizionato: "In realtà – sottolinea Mancinelli – anche prima di Parigi Sofia è sempre stata una delle ginnaste più amate, perché in pedana riesce a trasmettere tante emozioni, certo dopo le Olimpiadi il fenomeno è cresciuto".
Impegno e dedizione, nonostante tutto.
Tutto ciò è avvenuto nonostante le vicende che hanno scosso la Federazione, l'inchiesta sui maltrattamenti che ha coinvolto l'allenatrice Maccarani e le sue ripercussioni sugli equilibri interni. Senza entrare nel merito delle suddette questioni, abbiamo chiesto a Claudia Mancinelli se, secondo la sua esperienza di ginnasta prima e di coach poi, è possibile raggiungere determinati risultati senza quella proverbiale rigidità che nell'immaginario collettivo è tradizionalmente associata al mondo della ginnastica e che talvolta può portare a degenerazioni: "Disciplina è rigidità sono due cose diverse – puntualizza Mancinelli – questo sport richiede una costanza e una serietà tale per cui anche nei momenti più difficili o in cui si ha meno voglia di allenarsi, si continua a ripetere il gesto tecnico, perché è più grande l'obbiettivo rispetto allo stato d'animo del momento, più che rigidità serve dedizione".