video suggerito
video suggerito

“No Sochi”, la protesta dei circassi contro le Olimpiadi invernali

Il rischio di attentati ai Giochi Olimpici è altissimo ma quello che i circassi vogliono far sapere al mondo è che la Russia non ha rispettato la memoria dei popoli caucasici sottomessi e mai riconosciuti.
A cura di Vito Lamorte
33 CONDIVISIONI
Video thumbnail

no sochi 2014

  Il 21 maggio 1864, a Sochi, ebbe luogo la battaglia decisiva che sancì la conquista del Caucaso da parte della Russia contro le popolazioni locali. Tra queste comunità ce n’era una chiamata “circassi” costretta ad andare via dopo l’ultimo conflitto con le truppe russe che si tenne proprio dove fra pochi giorni si terranno le gare di sci, a Krasnaja Poljana. Sono passati 150 anni da quella battaglia ma gli strascichi politici e sociali continuano.

 I circassi, in prevalenza musulmani del ceppo sunnita, sono una popolazione originaria del Caucaso, le regioni limitrofe a Sochi, e occupavano la regione di Krasnodar e Stavropol’. Dopo quella battaglia sono stati costretti a lasciare le loro terre e secondo le percentuali stimate: con il 90% la popolazione dei circassi ha compiuto la maggiore migrazione in proporzione alla comunità esistente: la diaspora è presente in Turchia, Siria, Libano, Giordania, Kosovo, Israele, Egitto e, addirittura, negli Stati Uniti.

Le pressioni nei confronti del governo russo da parte dei discendenti dei circassi sono forti perché l’obiettivo di questa comunità è preciso: far riconoscere a Mosca il genocidio e i torti subiti dai loro antenati nelle guerre caucasiche combattute nel XIX secolo dagli zar Nicola I e Alessandro II.

Iyad Youghar, presidente del Consiglio circasso internazionale, e Zakaria Barsaqua, presidente dell’Istituto culturale circasso, hanno affermato che Alcuni dei siti olimpici sarebbero inoltre costruiti sulle fosse comuni del popolo circasso e accusano il Cremlino di non riconoscere alle popolazioni autoctone gli stessi diritti degli altri russi, di non permettere il ritorno della diaspora e, infine, di non ammettere a Sochi durante l’evento a cinque cerchi i circassi provenienti dall’estero.

Il movimento dei circassi si è attivato e con diverse campagne di sensibilizzazione sta provando a fra valere le proprie ragioni. Sono diversi i metodi utilizzati: dalle manifestazioni pubbliche alla distribuzione di kit e poster anti-olimpici, infine c’è un documentario prodotto dalla branca turca di Aljazeera sulle opinioni dei circassi sulle Olimpiadi e sul significato che questo popolo attribuisce all’evento a cinque cerchi.

33 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views