Ciclone doping sull’atletica: positivi Tyson Gay e Asafa Powell (VIDEO)

Un ciclone che scatena una bufera anche sul mondo dell'atletica: dopo aver squassato il ciclismo, lo scandalo doping travolge anche i campioni delle piste, gli sprinter. I figli del vento che fanno sognare con la loro velocità e la forza esplosiva delle gambe. L'americano Tyson Gay e ben 5 giamaicani, tra cui Asafa Powell: tutti trovati positivi ai controlli.
"Mi hanno tradito". Tyson Gay ha la voce rotta dal pianto quando annuncia in conferenza stampa di essere risultato positivo alle analisi. Il velocista statunitense, primatista mondiale stagionale in 9″75 sui 100 metri e campione del mondo a Osaka (2007), è stato escluso dalla lista di atleti che prenderà parte alla rassegna iridata in programma a Mosca. Fatale allo sprinter un test effettuato il 16 maggio dall'Agenzia Antidoping Usa e notificatogli venerdì scorso. "La mia fiducia è stata tradita", sono state queste le prime parole dello sprinter 30enne che non ha comunque rivelato quale fosse la sostanza proibita rilevata nelle analisi e attende adesso che la controprova (il cosiddetto ‘campione b') ne accerti definitivamente le tracce. Nemmeno la sequenza d'infortuni muscolari e alle articolazioni (anca e ginocchio, le più sofferenti) ne aveva frenato il talento e la forma fisica: dopo essersi imposto nel Trial Statunitensi nelle gare dei 100 e dei 200 metri, era lui in candidato numero uno al ruolo di anti Bolt.
Giamaica nel mirino. Cinque gli atleti coinvolti, reduci dai campionati nazionali a Kingston. Fra loro ci sono anche medagliati olimpici: Asafa Powell, ex primatista mondiale sui 100 metri, che sarebbe stato trovato positivo a uno stimolante; è Nesta Carter, oro nella staffetta 4×100 ai Giochi di Pechino; Sherone Simpson (oro ad Atene nel 2004 nella 4×100). Per tutti adesso si attende l'esito delle controanalisi. Un primo segnale c'era stato qualche mese fa: Veronica Campbell-Brown (per 2 volte campionessa olimpica nei 200 metri) era finita nei guai per un diuretico che può essere utilizzato per camuffare l'uso di sostanze considerate proibite dall'Antidoping.