Chiara Pellacani è pronta, nella sua Roma può diventare la stella europea dei tuffi
Tutta Italia, dopo due grandi eventi internazionali come le Olimpiadi di Tokyo e i Mondiali di Budapest in cui abbiamo brillato e siamo cresciuti in maniera esponenziale, ha ormai chiaro di avere una grande squadre di nuoto, la migliore di sempre soprattutto per la sua profondità nelle diverse discipline e nei diversi stili. Come tanti dei protagonisti sottolineano, sono stati gli esempi del passato a ispirare questa squadra, a mostrare la strada che adesso loro percorrono. Se i ragazzi di Sydney 2000, i primi veramente a creare una scuola di riferimento, Domenico Fioravanti, Massimiliano Rosolino, Davide Rummolo, Alessio Boggiatto, sono forse troppo lontani nel tempo, sicuramente le gesta di Federica Pellegrini hanno creato l’atmosfera giusta per poter guardare in faccia le altre nazioni senza nessun timore reverenziale. Come tanti affermano ancora oggi, le vittorie della Divina hanno mostrato la via.
Nello stesso periodo generazionale di Federica Pellegrini, abbiamo avuto un’altra immensa campionessa anche nei tuffi, Tania Cagnotto. Tania ha vinto tantissimo, 10 medaglie mondiali e 29 medaglie europee e poi ha spiegato a ogni sportivo come si deve soffrire per arrivare al suo obiettivo più grande, la medaglia olimpica che per lei sono state addirittura due in una sola edizione, bronzo nel trampolino 3m e argento nel trampolino sincro con Francesca Dallapé a Rio 2016. Tania è anche una che ha battuto le cinesi, la scuola dominante della specialità e per tutti questi motivi ha mandato un messaggio ai posteri con l’obiettivo chiaro di costruire un movimento che guardi alle sue vittorie e alle sue sfide e possa continuare a crescere.
Grazie alla sua ispirazione e ovviamente al lavoro di tecnici e professionisti della Federazione, oggi abbiamo una scuola di tuffi che si sta facendo sentire a livello internazionale, con atleti molto giovani e che cercano di dare fastidio ai grandissimi in quasi tutte le specialità.
Con l’addio di Tania il faro è diventata Chiara Pellacani, romana, nata nel 2002, entrata in Nazionale praticamente da bambina, a soli 14 anni nel 2017. Chiara ha scalato molto velocemente le gerarchie tanto che l’anno successivo agli Europei di Glasgow 2018 ha vinto la medaglia d’oro nel trampolino sincro 3m con Elena Bertocchi. Per mostrare le sue capacità tecniche, due anni dopo è andata a vincere un altro oro europeo, ma questa volta dalla piattaforma insieme a Noemi Batki.
È a Budapest 2020, altri Europei molto fortunati, dove però inizia a fare davvero la voce grossa. Vince cinque medaglie, due dal peso specifico enorme: l’oro nel sincro misto 3m con Matteo Santoro, addirittura di quattro anni più giovane, e l’argento nella gara individuale da tre metri battuta solo dalla tedesca Tina Punzel. Quest’anno altro step verso l’altro ai Mondiali sempre disputati a Budapest: quarta nel trampolino da 1m, nona in quello da 3m, e soprattutto argento sempre con Matteo Santoro nel sincro misto, battuti solo dagli inarrivabili cinesi Zhu Zifeng e Lin Shan.
Questi Europei arrivano proprio al momento giusto, oltretutto nella piscina di casa, per far diventare Chiara Pellacani il riferimento europeo delle sue specialità. Per lei sarà un tour de force perché gareggerà nel trampolino da 1m, trampolino 3m, sincro 3m molto probabilmente con Elena Bertocchi, sincro misto 3m ovviamente con Matteo Santoro e il Team Event. Le avversarie saranno quasi sempre la britannica Grace Reid, la tedesca Tina Punzel, la svizzera Michelle Heimberg, la svedese Emilia Nilsson, ma Chiara ha un’opportunità che non deve farsi sfuggire. Come per il nuoto, si spera che anche i tuffi, seguendo la scia dorata di Tania Cagnotto possano prima avere una nuova campionessa con Chiara e poi costruire una squadra che faccia paura a tutti, magari anche ai cinesi (beh qui abbiamo un po’ esagerato).