Chi ha investito Rebellin ha un volto: omicidio colposo con l’aggravante dell’omissione di soccorso
Omicidio colposo con l'aggravante dell'omissione di soccorso. È l'ipotesi di reato prefigurata nei confronti del conducente del camion che ha investito e ucciso Davide Rebellin nell'incidente avvenuto a Montebello Vicentino. Dopo la ricostruzione della dinamica mancava ancora un tassello: identificare con certezza il veicolo e risalire all'autista. Gli inquirenti sono riusciti a fare la prima cosa (ma presto avranno anche il nome e il volto della persona al volante) raccogliendo testimonianze e trovando riscontro nel video registrato da alcune telecamere di sorveglianza sistemate nei pressi di un ristorante.
È grazie a quel filmato che è stato possibile risalire a un tir di colore rosso, recante targa tedesca, in sosta nel parcheggio del locale. Vi sarebbe rimasto almeno fino a quando sul luogo dell'impatto non sono arrivati i soccorsi, le auto delle forze dell'ordine e il fratello dell'ex campione di ciclismo, Carlo, sotto shock per aver visto la bici distrutta e il corpo sull'asfalto coperto da un lenzuolo.
"Non me lo facevano vedere", ha raccontato descrivendo il dolore e la rabbia di quegli attimi. "Per come erano ridotti il corpo e la bici trascinata per decine di metri mi chiedo come sia stato possibile che il camionista non si sia accorto di nulla", è stata l'amara riflessione espressa nell'attesa che le indagini facessero il loro corso.
I rilievi effettuati hanno permesso di stabilire cosa è successo all'altezza della rotatoria che l'autotreno percorreva per imboccare lo svincolo che conduce alla zona di stazionamento nei pressi di un bar ristorante. "Stava pedalando intorno alla rotonda, sul lato della strada", ha aggiunto Carlo Rebellin ribadendo come suo fratello conoscesse a memoria quelle strade per averle battute in tanti anni di allenamento.
La sua bici è stata trovata a una trentina di metri dal punto della sciagura e adesso servirà capire, anche attraverso l'eventuale interrogatorio dell'autista, se c'è stata effettivamente omissione di soccorso, se ha abbandonato il luogo dell'incidente consapevolmente oppure fosse in buona fede, del tutto all'oscuro della sciagura accaduta.
La notizia e le circostanze della morte di Davide Rebellin hanno provocato indignazione e cordoglio, sentimenti espressi da tanti protagonisti del mondo delle due ruote. Tra questi anche l'ex corridore italiano, Gianni Bugno, che ha puntato l'indice contro le cattive abitudini stradali dei conducenti di veicoli che spesso incrociano ciclisti sulla carreggiata: "I ciclisti sono la parte debole del panorama stradale, dopo di noi ci sono solo i pedoni. Siamo mal sopportati e non rispettati".