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Chi è Kate Antropova, la campionessa russa che ha messo Egonu in panchina nell’Italia agli Europei

Ekaterina Antropova, nuovo opposto azzurro, ha iniziato bene gli Europei e il ct Mazzanti potrebbe schierarla titolare anche nelle partite decisive al posto di Paola Egonu.
A cura di Jvan Sica
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Già prima dell’inizio degli Europei di volley femminile sapevamo che era una storia fra tre, al massimo quattro squadre nettamente superiori alle altre. Una tra Serbia, Italia e Turchia dovrebbe vincere il torneo. Un’altra fra Paesi Bassi e Polonia, in ottima crescita, dovrebbe fare bella figura infastidendo una delle tre. I gironi iniziali hanno detto proprio questo, con gli ottavi in cui le cinque di cui sopra hanno perso solo un set. Nei quarti inizieranno almeno per alcune Nazionali sfide più probanti e per quel che riguarda l’Italia arriverà al pettine il nodo intorno a cui ci stiamo ingarbugliando nel silenzio di chi attende lo scoppio: chi giocherà nelle poche partite difficili, in cui si deciderà la vittoria europea, Egonu o Antropova?

Paola Egonu è uno dei volti più noti dello sport italiano. Lo è perché è una delle migliori pallavoliste al mondo in primo luogo e poi perché cerca di essere anche altro, dimostrando il coraggio di dire la propria sul razzismo in Italia o di salire sul palco del Festival di Sanremo in conduzione insieme ad Amadeus. Insomma è uno di quei pochi sportivi large than che l’Italia ha creato nella sua storia.

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Chi è Ekaterina Antropova, pallavolista russa che gioca per l'Italia

Se Egonu tantissimi la conoscono, magari senza averla mai vista giocare, chi è invece Ekaterina Antropova? Nasce in Islanda, più precisamente ad Akureyri nel 2003 da genitori russi e da piccola si sposta con la famiglia a San Pietroburgo. La madre sceglie per lei diverse strade, che vanno dalla ginnastica ritmica alla danza, ma la crescita in altezza di Ekaterina fa spostare la madre verso la pallavolo. La Antropova si dimostra subito brava e sempre la madre, grazie ad alcuni contatti in Calabria, viene in Italia nella speranza di farla notare e crescere come pallavolista. Si spostano molto velocemente a Novara, dove ad interessarsi a lei sono Gianni Caprara, allenatore giramondo molto quotato e la moglie, Irina Kirillova, grande giocatrice russa e oro olimpico a Seoul 1988 con l’allora Unione Sovietica.

Indirizzano Ekaterina verso una delle realtà migliori per la crescita dei giovani talenti della pallavolo femminile, la Volley Academy Sassuolo. In Emila Antropova sboccia subito. Basta poco più di un anno con le squadre giovanili per passare in A2 nella squadra senior e l’anno dopo è già in A1 in una delle migliori squadre italiane, la Savino Del Bene di Scandicci. Nei due anni successivi vince prima la Challenge Cup e poi la Coppa CEV, due volte da MVP del torneo.

Intanto nel 2017 c’è un caso internazionale che la riguarda. Tutti i tesseramenti Ekaterina Antropova fino a quel momento li aveva fatti da italiana, ma viene convocata per un collegiale con la Nazionale russa under-16. Lei non risponde alla convocazione e si apre un contenzioso al TAS di Losanna. Una volta risolto, bisogna poi aspettare la nazionalità italiana, che è arrivata solo il 10 agosto scorso, appena in tempo per l’esordio agli Europei di Verona con la maglia della Nazionale italiana di volley all’interno dell’Arena di Verona.

Se questa è la sua storia in breve, che giocatrice è? I numeri non mentono. Lo scorso anno in campionato ha messo a terra 487 punti in 31 presenze complessive, con 53 ace, fondamentale dove può diventare davvero devastante e 58 muri (superare un colosso di 202 cm è complicato, se ne sono accorte le attaccanti della prima fase degli Europei). L'efficienza offensiva è ottima per un opposto, il 28%, che addirittura cresce in Coppa CEV, raggiungendo il 32% di efficienza, per 164 punti segnati con 20 ace e 21 muri. Insomma è una grande giocatrice di 20 anni, il meglio che poteva capitare a una Nazionale. Vero, ma noi abbiamo già un grandissimo opposto, capace quest’anno di vincere la Coppa di Turchia e la Champions League con il VakıfBank. Come fare adesso?

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Perché nell'Italia agli Europei gioca Antropova e non Egonu

Tutti all’inizio pensavano che Antropova, la quale in campionato ha un 28% di ricezione perfetta anche se testata davvero poche volte, doveva giocare in posizione di schiacciatrice, con Paola Egonu che restava opposto. Bisognava mettere a posto un po’ di cose, ma la prospettiva di giocare in attacco con queste due bocche da fuoco era allettante.

Mazzanti, con un coraggio leonino, bisogna dirlo, invece ha deciso di andare per la sua strada. Non convocate De Gennaro (probabilmente il miglior libero al mondo), Chirichella (capitano della squadra) e Bosetti (altra pedina fondamentale per la ricezione) e sistemata in panchina Egonu, con lo schieramento di Antropova come opposto e dando grandi responsabilità in ricezione sia a Pietrini che a Sylla.

Questo terremoto sembra essere il risultato di una sorta di all-in legato anche a uno storico di rapporti tesi fra alcune giocatrice e il ct nato almeno alle Olimpiadi di Tokyo. Nell’Arena di Verona Antropova gioca, Egonu si sente male in panchina per il caldo, Mazzanti a fine partita chiede a Paola responsabilità per qualsiasi ruolo abbia in squadra. La Egonu nelle partite successive spesso gioca come opposto di riserva insieme alla seconda palleggiatrice, altre volte sostituisce Antropova che ha degli acciacchi e dichiara che per la maglia azzurra è a completa disposizione.

Ma adesso siamo arrivati al dunque. Non tanto nella partita contro la Francia ai quarti, ma dalla prossima in poi, quando si deciderà la squadra vincitrice degli Europei, chi schiererà Mazzanti? Il buon senso adesso dice che si dovrebbe continuare con Antropova titolare e immaginare una Egonu in campo solo in alcuni momenti della partita. Anche se facce e dichiarazioni sono distese e distensive, alcuni sussurri hanno detto altro. Saranno tre partite dove una delle squadre favorite anche per l’oro olimpico del prossimo anno può completamente deflagrare o compattarsi attorno al suo allenatore e davvero puntare forte verso Parigi (se ci qualifichiamo). Una via di mezzo non ci sarà, si decide tutto nei prossimi sei giorni di fuoco.

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