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Chi è Aziz Abbes Mouhiidine, il pugile italo-marocchino con il mito di Alì

La boxe è in crisi e potenzialmente fuori da Los Angeles 2028. Abbes Mouhiidine potrebbe far ripartire tutto con l’oro dei sogni, quello nei pesi massimi.
A cura di Jvan Sica
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Abbes ha otto anni, fa karate e gli piace tanto. Una sera il papà lo chiama dalla sua camera da letto e gli dice di mettersi lì con lui e guardarsi “Alì”, il film sul pugile migliore di tutti i tempi. Gli occhi di Abbes non si fermano un secondo e sognano mentre guardano. Il giorno dopo va dallo zio Luigi in palestra e gli chiede se insieme al karate può fare anche la boxe, perché vuole diventare come Alì. Lo zio sorride e annuisce, da quel momento cambia tutto.

La lista dei campioni dei pesi massimi alle Olimpiadi fa spavento: Frazier, Foreman, Stevenson, Savòn, Usyk. Oggi l’Italia ha la fortuna di avere uno dei grandi favoriti della categoria delle categorie e questo potrebbe letteralmente cambiare la traiettoria del pugilato in Italia. Abbes vuole vincere per questo motivo ma anche e soprattutto per il papà, purtroppo scomparso, anche perché senza la sua geniale intuizione di dare Alì in pasta ai sogni di un bambino di otto anni, oggi Abbes non sarebbe a Parigi.

Chi è Aziz Abbes Mouhiidine, le origini e la carriera del pugile italiano

Abbes è un ragazzino di Mercato San Severino, di padre marocchino e mamma italiana, e non sta fermo un attimo. La madre ha una gemella e suo cognato gestisce una palestra, l’Olympic Planet. Mamma e papà decidono di incanalare tutta questa energia facendolo andare in palestra tutte le sere. Abbes accetta, va dallo zio Luigi che prima gli insegna il karate, poi la kickboxing e infine il pugilato.

Abbes fino ai quindici anni è nazionale sia di karate che di pugilato, ma alla fine sceglie la boxe per un motivo molto semplice: solo la boxe è olimpica e lui vuole vincere i Giochi.
Per farlo deve diventare un grande pugile e inizia ad inanellare vittorie. Dal 2018 a oggi vince due volte i Giochi del Mediterraneo, gli Europei prima quelli under-22 e poi quelli senior, è per due volte di seguito argento mondiale nei massimi e infine vince i Giochi Europei 2023, qualificandosi per Parigi 2024.

Una carrellata rapidissima che non tiene conto di tante altre vittorie in contesti italiani e nelle categorie giovanili, ma che ben spiega il processo quasi inarrestabile per arrivare da grande favorito alle Olimpiadi Parigi.

La medaglia d’oro ai Giochi europei e il sogno olimpico a Parigi 2024

Una vittoria fondamentale è stata quella in semifinale dei Giochi Europei 2023 contro il polacco Mateusz Bereźnicki. Abbes aveva già cercato di partecipare a un’Olimpiade, ma aveva perso ai quarti nel folle torneo di qualificazione iniziato nel 2020 e poi terminato nel 2021. Vincere quella semifinale avrebbe voluto dire qualificazione olimpica. Abbes domina e a fine match si avvicina alla telecamera, sussurrando: “Papà, andiamo a Parigi”.

“A Parigi per l’oro”, “Voglio diventare come Alì”, “In Francia non temo nessuno e voglio far risuonare l’Inno di Mameli”, sono le dichiarazioni successive alla qualificazione, dichiarazioni che sembrano figlie del troppo entusiasmo ma che invece sono razionali almeno se parliamo di potenzialità nel contesto olimpico. A Parigi Abbes affronterà tutti atleti che ha ben battuto negli anni scorsi e un atleta, anzi un mito, il cubano Julio Cesar la Cruz, doppio oro olimpico e capace di batterlo ai Mondiali 2021. La Cruz è un pugile gigantesco ma Abbes, anche per via di una netta differenza di età, può sicuramente giocarsela.

A Parigi tanti aspettano la nostra squadra di pugilato e Abbes in particolare, il quale con un oro potrebbe diventare la nuova faccia di questo sport anche in ambito internazionale. Boxe in crisi, potenzialmente fuori da Los Angeles 2028, boxe che in Italia non segue più nessuno. In un attimo tutto questo potrebbe sovvertirsi e riportarci ai fasti di un passato lontano e meraviglioso. Molto se non tutto sta nelle mani di questo ragazzo che è tante cose insieme, prima di tutto un campione.

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